Fatti, non parole: le opere infrastrutturali di Berlusconi

Pochi sanno quali siano i meriti del presidente Silvio Berlusconi nel cambiamento sostanziale dell’offerta infrastrutturale del Paese e dell’Unione europea. Devo dare atto al presidente di non aver mai ricordato la serie di atti, di scelte e di opere che dal 2001 al 2012 hanno praticamente caratterizzato l’impegno istituzionale del Cavaliere.

Pochi sanno o pochi ricordano che:

appena nominato presidente del Consiglio nella primavera del 2001 riunì in un unico Dicastero, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, quattro distinti Dicasteri, quello delle Aree urbane, quello della Marina mercantile, quello dei Trasporti e quello dei Lavori pubblici; attuando, in tal modo, una volontà del Piano generale dei Trasporti del 1986. Nomina come ministro di questo nuovo Dicastero il professor Pietro Lunardi, cioè un riferimento sicuro nella attuazione concreta di precisi atti programmatici;

dalla primavera del 2001 fino alla fine dello stesso anno coinvolse attraverso il ministro Lunardi tutte le Regioni per dare in tal modo vita, nel rispetto del Titolo V della Costituzione, a un disegno di legge al cui interno inserire un apposito Programma delle Infrastrutture strategiche. Nacque così la Legge 443/2001 (Legge Obiettivo);

il 21 dicembre 2001 (dopo solo sei mesi dal suo insediamento a Palazzo Chigi) Berlusconi fece approvare una delibera del Cipe al cui interno furono inserite tutte le opere che avrebbero fatto parte integrante della stessa Legge Obiettivo. Trattasi praticamente di interventi previsti dal Piano generale dei Trasporti e l’elenco indicò anche le esigenze finanziarie necessarie per la loro concreta attuazione: 128,5 miliardi di euro;

per dare concreta consistenza e copertura finanziaria al Programma contenuto nella Legge Obiettivo, nell’agosto del 2002 Berlusconi varò una apposita Legge, la 166/2002, con cui si attivò la copertura finanziaria e, contestualmente, per evitare il rischio di incostituzionalità della Legge Obiettivo, venne varato il decreto legislativo 190/2002 che istituì tre distinti strumenti: la Struttura tecnica di missione preposta alla supervisione ed alla attuazione del programma, l’Allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza che oltre a testimoniare l’avanzamento del programma al Parlamento ne denunciava le criticità e le Intese generali quadro tra Stato e Regioni, veri rogiti tra quanto deciso programmaticamente e quanto realmente avviato a realizzazione;

nel 2002 l’Unione europea varò l’aggiornamento alle Reti trans european network (Ten-T) e il presidente Berlusconi insieme al ministro Lunardi proposero, prima all’apposita commissione europea presieduta da Karel Van Miert, poi alla commissione presieduta da Loyola De Palacio, l’inserimento di quattro corridoi chiave del sistema dei trasporti dell’Ue: il Corridoio Lisbona-Kiev, il Corridoio Berlino-Palermo, il Corridoio Rotterdam-Genova e il Corridoio Baltico-Adriatico. Questi quattro Corridoi sono ormai la spina dorsale dell’intero assetto logistico dell’Unione europea. Va ricordato che i Corridoi sono solo 9 e l’Italia è presente con 4 cordoni ombelicali determinanti.

Ma tutto questo poteva rimanere un ottimo atto programmatico, un ottimo impegno politico a “fare”; invece, l’abilità di Silvio Berlusconi è stata quella di trasformare questa interessante “macchina del fare” in misurabili interventi infrastrutturali. Da presidente del Consiglio, per poter verificare direttamente l’avanzamento del programma, ogni quindici giorni per oltre due anni il Cavaliere passava un’intera giornata al Ministero diretto da Pietro Lunardi, per rendersi conto del reale impegno nella attuazione di un atto pianificatorio. Grazie a tutto questo oggi non abbiamo in eredità “annunci”, “programmi ed atti teorici”, “impegni e disponibilità finanziarie per fare”. No, abbiamo questo elenco di opere vere e fruibili. Ne ricordo solo alcune:

– il nuovo tunnel ferroviario ad alta velocità Torino-Lione, atto sottoscritto da Berlusconi e da Jacques Chirac e segmento chiave del Corridoio comunitario Lisbona-Kiev (lavori in corso);

il nuovo tunnel ferroviario del Brennero (segmento chiave del Corridoio comunitario Berlino-Palermo, oggi Helsinki-La Valletta (lavori in corso);

Terzo Valico dei Giovi, segmento chiave del Corridoio comunitario Genova-Rotterdam (lavori in corso);

Ponte sullo Stretto di Messina, segmento chiave del Corridoio comunitario Helsinki-La Valletta (progetto approvato durante il Governo Berlusconi e condiviso sin dal 2004 a livello comunitario);

il completamento del sistema ferroviario ad alta velocità; è utile ricordare in proposito che agli inizi del 2002 l’unica tratta in avanzata fase di realizzazione era la linea Napoli-Roma. Per le altre linee si disponeva solo delle progettazioni e in parte della fase autorizzativa. Il Governo Berlusconi ha reso possibile l’approvazione dei progetti, non più con il voto unanime delle varie conferenze dei servizi e, soprattutto, ha garantito la copertura finanziaria di tutti i restanti 750 chilometri di rete;

la realizzazione della terza corsia, per oltre 28 chilometri, del Grande raccordo anulare di Roma;

la realizzazione del passante autostradale di Mestre;

la variante del valico autostradale (solo grazie alle procedure della Legge Obiettivo è stato possibile realizzare tale opera);

il completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria;

l’avvio dei lavori della strada 106 Jonica (lavori in corso);

il completamento dell’autostrada Palermo-Messina;

la realizzazione dell’autostrada Catania-Siracusa;

la realizzazione dell’autostrada Palermo-Agrigento-Caltanissetta (lavori in corso);

la realizzazione dell’asse viario Olbia-Sassari;

la realizzazione di reti metropolitane come la M5 e la M4 a Milano, la linea di Brescia, di Torino, le linee B e C di Roma e la Linea 1 e 6 di Napoli;

gli schemi idrici nel Mezzogiorno (investiti oltre 1,8 miliardi di euro);

il Modulo sperimentale elettromeccanico (Mose), opera che ultimamente la stessa Corte dei conti ha ricordato che ha salvato più volte Venezia.

Ho sicuramente dimenticato tanti altri interventi ma aggiungo a questa elencazione due dati:

– in dodici anni sono stati realizzati interventi per un valore globale di circa 180 miliardi di euro;

– tutte le opere infrastrutturali inserite nel Pnrr fanno parte del Programma della Legge Obiettivo.

Per capire e misurare questo grande impegno, questa lungimiranza strategica di Silvio Berlusconi, è sufficiente leggere il quadro delle opere e delle scelte fatte dal 2014 a oggi. Cioè, è sufficiente comparare strumenti programmatici e realizzativi veri con un periodo ormai di quasi dieci anni in cui non si è fatto praticamente nulla.

Rimango ora in attesa di chi metterà in dubbio questa mia analisi. Posso sin da ora assicurare che questa mia lettura, questa mia narrazione è supportata non da dichiarazioni, non da buone intenzioni ma da fatti. Sono sicuro che questa mia analisi dia fastidio, perché riconosce il ruolo e la forza di uno schieramento politico. Mi spiace che a livello mediatico questa interessante storia sia stata volutamente sottovalutata o addirittura nascosta.

Però nessuno può mettere in dubbio che tutto questo lo dobbiamo a Silvio Berlusconi. Forse sarebbe corretto che lo ringraziassero, una volta tanto, anche le forze dell’opposizione e gli sciacalli che proliferano soprattutto nel mondo della informazione.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 14 giugno 2023 alle ore 12:29