Questione morale Pd, Bersani: “Serve una selezione più esigente”

La questione morale torna d’attualità a sinistra. Dopo la rottura dei pentastellati con i dem in Puglia, in seguito delle indagini giudiziarie, il Partito democratico ha lanciato un “codice di autoregolamentazione” per i candidati. Nel dibattito della galassia progressista interviene Pier Luigi Bersani. L’ex segretario del Pd ha incontrato gli studenti all’Università di Pisa. “Oggi – dice alla Stampa – i partiti possono fare molto di più, ma è una battaglia che sento di aver perso: perché, quando il partito è troppo liquido, è facile che i margini diventino evanescenti. Vanno benissimo i codici etici, per carità, quello che serve però è un criterio di selezione più esigente. Serve la forma partito”. Secondo Bersani, “va bene fare le primarie quando ci sono importanti responsabilità pubbliche da scegliere, ma per le responsabilità di partito, no. Non è quello il modo”, aggiunge. “E a che servono organismi pletorici di mille persone? Vuol dire che non decide nessuno. Infine, per quanto tu sia grande, devi avere in testa che c’è sempre qualcosa di buono fuori da te con cui interloquire”. Bersani racconta di averci provato, di aver avuto pronta una riforma del partito, “che comunque non sarebbe passata”, alla vigilia della caduta del Governo Berlusconi. “Arrivò Mario Monti, non se ne fece più niente, ma trasformarsi nella società civile per non farsi superare dalla società civile non è la risposta al discredito dei partiti”.

Chiara Gribaudo parla di rivoluzionare il Pd. “Non solo serve rifondare questo partito, abbiamo bisogno di una nuova attenzione alla selezione della nostra classe dirigente”. Lo spiega la vicepresidente nazionale dem, a meno di una settimana dalle inchieste sulla corruzione elettorale che stanno sconquassando il Pd da Bari a Torino. “E la nostra classe dirigente deve essere formata da chi può garantire più coerenza rispetto a una questione morale che è viva in ciascuno di noi. Non possono essere sempre e solo i primi della classe o più ricchi a poter fare politica”. Secondo la vicepresidente del partito “da solo un codice etico non basta. Serve una riforma attuativa dell’articolo 49 della Costituzione, riorganizzando le forme partitiche e tornando al finanziamento pubblico. Da troppi anni assistiamo a un dissolversi della politica organizzata, con il risultato di far vincere i personaggi e i personalismi”. Con il ritorno al finanziamento pubblico “la politica non si baserebbe solo più sulle donazioni di chi vuole sostenerti ma riacquisirebbe elementi di chiarezza. Altrimenti continueranno a farla solo chi ha i soldi o ha un potere, anche legittimo, da difendere”. In un’intervista al Fatto Quotidiano, Gribaudo spiega poi che “non esiste una questione morale del Pd, esiste una questione morale nella politica. Ogni partito dove fare il massimo per selezionare la migliore classe dirigente. Dal punto di vista della qualità e dell’onorabilità. E quando ci sono delle zone d’ombra è giusto prima di fare i candidati fare chiarezza”. In merito al comportamento del M5s nel caso di Bari, “sbaglia quando si crede antropologicamente al di sopra degli altri. E soprattutto quando cerca di utilizzare ogni occasione per lucrare qualche voto, senza proporre un vero modello alternativo efficace”.

Aggiornato il 09 aprile 2024 alle ore 17:30