Il 15 maggio 2018 è stato depositato presso l’Agenzia delle Entrate l’atto costitutivo di una nuova “Associazione di Scienziati e Tecnologi per la Ricerca Italiana” (Astri), che mira, come recita lo Statuto, a rappresentare “un punto d’ incontro, di discussione e di unione tra quanti – enti, istituzioni, imprese e persone fisiche – sono interessati allo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica e al trasferimento della conoscenza che ne deriva alla società civile in favore del progresso industriale, economico e sociale della Nazione italiana”.

Astri si propone di promuovere studi, convegni, e altri contributi utili alla legislazione e alla regolamentazione d’interesse per la scienza, la ricerca e lo sviluppo tecnologico e di fornire al sistema politico-parlamentare ogni supporto utile ad orientare correttamente le politiche scientifiche del Paese, ma si propone anche come struttura in grado di svolgere in proprio attività di ricerca e formazione nel quadro dei programmi finanziati dal Governo Italiano, dagli Enti locali e dall’Unione europea. In tale contesto l’associazione ha già ottenuto l’iscrizione all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche presso il Miur, requisito indispensabile per accedere ai finanziamenti pubblici in materia di ricerca e/o formazione.

Inoltre una delle finalità di Astri è fornire ai mass media e agli operatori professionali dell’informazione ogni supporto documentale utile all’approfondimento dei temi inerenti la conoscenza scientifica e tecnologica, e favorirne la diffusione anche mediante la pubblicazione di monografie e periodici. Tra gli obiettivi di Astri ci sono anche la lotta alle fake news (ad es. che un Paese manifatturiero come l’Italia possa funzionare solo con le energie rinnovabili), alla sindrome del Nimby, che, se colpisse tutti gli abitanti di un paese, renderebbe di fatto impossibile la costruzione di un qualunque impianto benché ne fosse riconosciuta la validità (es. i termovalorizzatori), all’uso distorto del principio di precauzione che, nell’incertezza scientifica, vorrebbe impedire qualsiasi tipo di progresso, invece di adottare delle corrette misure di precauzione, al pregiudizio antiscientifico, alla disinformazione dilagante negli organi di stampa e nei social media che tende ad alimentare una pseudocultura catastrofista su alcune tematiche attuali e future (vaccini, robotizzazione, intelligenza artificiale).

Da tenere presente che il raggio d’azione di Astri non è limitato alle Scienze Naturali, ma si estende alle Scienze Umanistiche (letteratura, storia, economia, sociologia, psicologia ecc.). Si tratta quindi di una struttura ad ampio spettro d’interessi, dal carattere duale, tecnico e politico, in cui possono trovare risposta le esigenze più diverse, e disponibile a operare in una molteplicità di direzioni.

La dimensione “nazionale” della ricerca scientifica e tecnologica su cui insiste la definizione di Astri suscita una domanda naturale: c’è un rapporto speciale tra la scienza e l’idea di nazione? Forse la cultura scientifica non è per sua natura internazionale o meglio sovranazionale? Ovviamente sì, non esiste una scienza italiana, o germanica o britannica, esistono solo scienziati appartenenti a queste nazioni. Però, l’impatto sociale della scienza è stato enorme e ha modificato profondamente la vita dell’uomo, in misura diversa e con modalità diverse nelle diverse Nazioni. Fino a 3-4 secoli fa le maggiori potenze europee, la Francia, la Spagna, l’Austria, l’Inghilterra, non godevano certo di una netta superiorità politico-militare nei confronti delle altre potenze non europee con cui si trovavano in conflitto. Eppure la loro superiorità in termini di potenzialità di espansione e di conquista, grazie soprattutto all’impressionante sviluppo del pensiero filosofico e scientifico europeo, cioè ai vari Galileo, Bacone, Cartesio ecc., e alla tecnologia che ne derivava, era già evidente e col passare del tempo sarebbe divenuta schiacciante. Non ci sarebbe voluto più molto tempo, perché la scienza si radicasse nella società e diventasse l’asse portante della civiltà moderna marcando così le differenze tra le Nazioni. La scienza divenne così un’enorme opportunità per ogni nazione, purché ne sapesse cogliere gli aspetti funzionali al proprio sviluppo e affermazione attraverso una politica scientifica attenta agl’interessi e alle potenzialità che le erano proprie.

Astri pretende quindi di dare un contributo alla rinascita della scienza italiana, all’interno però di una logica primaria di difesa degl’interessi nazionali, non condizionata da pregiudizi ideologici di stampo mondialista, né da vincoli europeistici, che stanno penalizzando pesantemente il nostro sistema di ricerca.

In tale scenario si collocano le iniziative che l’associazione ha promosso nel periodo 2018-19, incentrate su temi di estrema attualità:

1) La Ricerca scientifica e tecnologica promossa e finanziata dall’Unione europea.

Conferenza tenuta presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, Giovedi 8 Novembre 2018.

2) Rifiuti urbani: come trasformare un problema in una risorsa?

Conferenza tenuta presso la Sala Piccola della Protomoteca in Campidoglio, Lunedi 1 aprile 2019.

3) Non c’è un’emergenza climatica: illustrazione della petizione sul riscaldamento globale di origine antropica.

Conferenza tenuta presso il Senato della Repubblica – Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, Venerdi 18 ottobre 2019.

4) Climate change: bufala o realtà? Riscaldamento globale di origine antropica: un invito alla riflessione

Incontro tenuto presso il Domus Park Hotel, Frascati, Sabato 30 novembre 2019.

Astri è libera, apartitica e aconfessionale, aperta a qualunque contributo da qualunque parte provenga, purché formulato con proprietà e positività d’intenti.

Aggiornato il 12 febbraio 2020 alle ore 13:04