Piazzale Loreto, fra storia e futuro

Si rifà il look una delle piazze che hanno segnato la storia italiana. Il Comune di Milano ha infatti svelato il progetto di riqualificazione di Piazzale Loreto, consegnato alla storia dalla fine di Benito Mussolini, della sua amante Claretta Petacci e dai gerarchi fascisti che dopo essere stati fucilati a Dongo lì furono appesi per i piedi il 28 aprile 1945.

Pochi luoghi come Piazzale Loreto hanno raggiunto un tale valore simbolico. Eppure, a vederlo oggi, non è che un enorme slargo super-trafficato, uno dei punti di accesso alla metropoli. Alcuni interventi urbanistici ne hanno migliorato l’aspetto e le illuminazioni pubblicitarie sui tetti degli edifici richiamano alla lontana la londinese Piccadilly Circus, ma l’impressione complessiva rimane deludente e non in linea con gli enormi progressi che la città meneghina sta compiendo. Ben venga, quindi il restyling, che partirà il prossimo anno e si concluderà prima dell’inizio delle olimpiadi invernali del 2026.

Forse non molti sanno che la decisione di esporre i cadaveri dei fascisti a Piazzale Loreto non fu casuale. Il 10 agosto 1944 proprio sul Piazzale erano stati fucilati quindici partigiani e i loro cadaveri furono lasciati in pubblico come monito. I partigiani, prelevati dal carcere di San Vittore in cui erano detenuti, vennero fucilati per rappresaglia in risposta all’attentato compiuto da ignoti contro un camion tedesco parcheggiato nell’adiacente viale Abruzzi. Le uniche vittime dell’attentato furono sei milanesi che si trovano di passaggio, mentre il guidatore tedesco rimase solamente ferito. Va ricordato che la fucilazione dei partigiani venne eseguita da militi fascisti su ordine del comando germanico (benché le vittime fossero italiane), a riprova della sudditanza dei fascisti di Salò nei confronti dell’alleato nazista. Per un breve periodo, dopo la guerra, il Piazzale assunse la denominazione di Piazza dei Quindici martiri.

I corpi dei gerarchi fascisti, prima di essere issati alla pensilina del distributore Esso che si trovava all’angolo con Corso Buenos Aires, vennero scaricati a terra dalla colonna guidata dal comandante partigiano Walter Audisio proprio dove le vittime della strage del 10 agosto 1944 erano state abbandonate in custodia ai militi fascisti. Solo nelle ore successive venne presa la decisione di issare i corpi di Mussolini, della Petacci, di suo fratello Marcello e di alcuni dei gerarchi, per renderli visibili alla folla che stava accorrendo in seguito alla diffusione della notizia. Le immagini girate dai cineoperatori americani ci hanno trasmesso la tragicità di quei momenti.

Ora il futuro di Piazzale Loreto si tinge di verde, con alberi, spazi condivisi e getti d’acqua. Ma il ricordo di quanto avvenne non può essere cancellato.

Aggiornato il 13 maggio 2021 alle ore 11:28