C’è il tempo dei vaccini, c’è il tempo delle cure

Se non esistessero menti critiche libere noi avremmo la vaccinazione obbligatoria e perpetua. Questo il risultato a quasi due anni dalla pandemia. Non solo obbligata anche perpetua. Giacché il recentissimo ingegnoso rimedio di salvezza verrebbe dalla successione dei vaccini, non uno, non due, ma tre. Tre vaccini in scarni mesi. Credo una novità. Sconvolgente Che sta accadendo? Aumenta il numero dei contagiati, non aumenta il numero dei decessi, cresce il numero dei vaccinati. Numeri non fissi, ma con una certa stabilità che permette valutazione. Qualcosa accade che non dovrebbe accadere: aumentando il numero dei vaccinati dovrebbe scemare il numero dei contagiati, invece aumenta il numero dei vaccinati e il numero dei contagiati! Fatto che sorprende? E che significa? Significa che i vaccini non eliminano il contagio, né la malattia, la attenuano ma non la eliminano? Proprio così. Questi vaccini, “questi” vaccini non sono mirati a eliminare la malattia bensì, ripeto, ad ammansire i rischi ferali. È la scoperta della fenomenologia virale.

Non era stato detto, anzi appariva il contrario, sii vaccinato e sarai risanato, il virus lo hai ucciso e tu sei vivo. Niente affatto. Tu sei vivo ma il virus sopravvive e tu puoi contagiarti e ammalarti. In modo lieve, sembra, ed è una conquista, se non verrà smentita. Ancora la gente non si è resa consapevole in massa che i vaccini non stroncano il male come i vaccini del vaiolo, del morbillo e crede che i vaccini si equivalgono. Per nulla. “Questi” vaccini non eliminano, ma attenuano la malattia. È indispensabile insistere perché la differenza ha effetti radicalmente da distinguere, appunto. Quando la gente in massa comprenderà che pur vaccinato l’individuo non è immunizzato del tutto, si sentirà indifeso e specialmente ingannato. Se mantiene fiducia, la declinerà. Ma forse continuerà a vaccinarsi. Il vaccino è diventato sacro. Il che significa che ormai avanza il fantasma della terza dose. In Israele la si attua, e con un vaccino, Pfizer, del quale si delegittima l’efficacia. È sbalorditivo disistimare un vaccino e usarlo. Dicono che per la terza dose basti una potenza vaccinale minore. Ne ascoltiamo tante e tali che niente ci sorprende. Sorprende però che si rivaccinino persone vaccinate a ciclo completo. Se una doppia vaccinazione non ha immunizzato vale riconoscere che “questi” vaccini non hanno lo scopo di eleminare la malattia, ma di attenuala.

Ne potremmo decuplicare la quantità se non contengono disposizioni volte alla eliminazione, non serviranno! E non basta: vi è già conflitto tra gli “esperti”: terza dose a tutti o agli immunodepressi? Non è facile comprendere questa frenesia vaccinifera. Se i decessi sono stabili ma i contagi crescono il virus già ora non è mortale. Chiaro? Ripeto: se i contagi crescono ma la mortalità è minima ciò vale a dire che il virus non è mortale già in questa situazione. Quindi insistere sui vaccini in modo esclusivo addirittura esigendone l’obbligatorietà non è l’esigenza attuale fondamentale, è una tra le esigenze. Addirittura potremmo avere maggiore vaccinazione e maggiori contagi, ma scarsa mortalità. E tenuto conto che la gente si vaccinerà maggiormente, dal punto della mortalità potremmo rasserenarci. Ma se crescono i contagi fondamentali sono le cure, le cure. Passare dalla fase acuta mortale alla fase cronica, merito dei vaccini, suppongo, ma da non insistere, perché l’evenienza di ripetere le vaccinazioni non soltanto sarebbe vana perché, insisto, mille vaccini non avrebbero a finalità l’annientamento del virus, ma perché le persone perderebbero la minima fiducia residua.

Immaginare una vaccinazione a mesi alternati, sfiancherebbe la gente o la renderebbe furente. La gente si sta vaccinando, i decessi non si gonfiano, i contagi non mortali aumentano, curiamo, dico: curiamo questi malati non con i vaccini, chiaramente. Possiamo trovare un’intesa sensata, ragionevole se i “dati” restano quelli presenti: molti contagiati, pochi decessi? Se i decessi sono pochi adesso e le vaccinazioni continuano che c’è da gridare? Va bene, benissimo. Avremo sempre più a che fare con una malattia curabile. Se oggi, a vaccinazione non totale, i decessi sono scarsi, di che ci angosciamo? Le vaccinazioni continueranno quindi ancora meglio. Pensiamo già da ora a “curare”, perché avremo molti contagiati non mortali. È questo il nuovo scenario medico-sociale. Molti contagiati, pochi decessi: se vi è una logica in questi vaccini. E pare che i vaccini abbiano una logica: fanno vivere per essere, gli individui, curati a vita. Ma, speriamo, non con i vaccini. O questi vaccini sono mirati a mantenere in vita perché le persone siano vaccinate a vita? Lasciamo i sospetti, pensiamo alle cure, sia con i farmaci, sia con le vecchie regole (distanziamento, non assembramenti, areazione, mani ripulite, sanificazione, maschere, voglia di vivere, che è la medicina più salutare). Se poi, i decessi aumenteranno, vuol dire che la Scienza ha non solo ingannato ma ha fallito. O fallito perché ha ingannato.

Aggiornato il 02 agosto 2021 alle ore 13:41