Meglio i cartoni animati dei talk-show

martedì 3 agosto 2021


Il Covid si è diffuso in maniera planetaria, forse solo qualche isoletta del Pacifico è riuscita a sfuggire alla pandemia, e tutte le nazioni del mondo hanno adottato misure di contenimento del virus. Alcune di esse si sono rivelate un successo, come è accaduto a Taiwan e in Corea del Sud, e altre hanno prodotto invece più costi che benefici. In taluni Paesi si è chiuso di più e in altri assai di meno. C’è chi ha ottenuto risultati senza strozzare la libertà individuale e chi non ha raggiunto traguardi significativi pur comprimendo i diritti dei cittadini. Ma i livelli di drammatizzazione mediatica toccati dall’Italia restano ineguagliati. Altrove, in particolare nel nord Europa e nel Regno Unito, il Covid e tutto ciò che ne consegue, a cominciare dai vaccini, vengono affrontati con il giusto pragmatismo, ossia senza barricate ideologiche ed isterismi. Qui, nel fu Belpaese, subiamo dall’anno scorso un martellamento terroristico e allarmistico su ogni cosa, tramite l’informazione televisiva e su carta stampata, che divide inevitabilmente l’opinione pubblica e crea inutili malumori e diffidenze fra gli italiani.

In tutto questo la politica ci ha messo e ci mette del suo, ma larghi settori del giornalismo nostrano hanno responsabilità, se è possibile, anche più gravi. Prima, l’agitazione del vessillo della paura sempre e comunque, anche quando non necessaria, e la etichettatura di “irresponsabile” o “negazionista” riservata a tutti coloro che hanno sempre chiesto di coniugare la prudenza sanitaria con la libertà e il buonsenso. Poi, la glorificazione dell’arrivo dei vaccini, comunque utili beninteso, quasi subito contraddetta dal caos mediatico creato attorno al vaccino di AstraZeneca, che senz’altro non ha rasserenato i dubbiosi. Sul Green pass si è quasi scatenata una guerra fra bande, una contrapposizione fra chi è vaccinato e chi non lo è. Gli italiani litigano tra loro e alcuni si guardano in cagnesco, ma i media, anziché contribuire ad approfondire le ragioni di tutti e ad individuare in serenità una sorta di quadra, soffiano ulteriormente sul fuoco e scavano fossati ideologici, bollando, per esempio, come No-vax anche chi non lo è e non lo è mai stato.

È sufficiente essere contrari alla obbligatorietà ovunque del certificato verde, come i ristoratori di IoApro, per ricevere il patentino di nemici ideologici del vaccino. I dibattiti televisivi, anche quelli condotti da persone corrette e almeno non apertamente faziose, sono diventati noiosi perché sono ormai prevedibili e scontati. Gli ospiti sono più o meno sempre gli stessi e dall’inizio si sa già dove si andrà a parare, ossia al solito irrigidimento di posizioni note senza alcuna volontà di affrontare con concretezza le questioni che girano intorno a questa pandemia. A volte, sembrano preferibili i film stagionati o i cartoni animati ai talk-show.


di Roberto Penna