Il co-fondatore di Greenpeace si iscrive al partito degli scettici

Gli orsi polari non esisterebbero oggi senza i cambiamenti climatici e potrebbero persino prosperare a causa delle attuali tendenze climatiche. Questo è ciò che il co-fondatore di Greenpeace ha detto a scienziati, economisti e accademici che hanno preso parte a una conferenza internazionale, sfidando le affermazioni allarmistiche sul riscaldamento globale. Patrick Moore, un ambientalista canadese che in precedenza è stato presidente di Greenpeace Canada e direttore di Greenpeace International, è stato uno dei numerosi oratori presenti nell’ambito della conferenza dell’Heartland Institute sull’argomento tenutasi questo mese.

Durante il suo discorso, Moore ha descritto alcuni degli eventi che hanno contribuito a far acquisire notorietà a Greenpeace, come le campagne dirette contro i test nucleari e la caccia alle balene risalenti agli anni Settanta. Alla fine, si è sentito obbligato a lasciare Greenpeace quando gli attivisti hanno iniziato a perdere di vista la loro missione umanitaria mentre erano impegnati in campagne che non erano radicate nella scienza.

“A livello filosofico, Greenpeace aveva iniziato con un forte orientamento umanitario per salvare la civiltà umana dalla guerra nucleare – ha detto Moore – ciò significava che in realtà ci piacevano le persone. Questa è la pace di Greenpeace. Il verde, ovviamente, era l’ambiente. Ho deciso di essere un ambientalista ragionevole, basando le mie posizioni sulla scienza e la logica piuttosto che su sensazionalismo, disinformazione e paura”.

Moore è ora direttore della Co2 Coalition, un gruppo senza scopo di lucro che include scienziati impegnati a evidenziare i benefici dell’anidride carbonica. È anche l’autore di un nuovo libro, intitolato Fake Invisible Catastrophes and Threats of Doom, che prende di mira quelle che Moore ha descritto come “storie di paura” che non possono essere giustificate sulla base dell’osservazione e della verifica scientifica. È qui che entrano in gioco gli orsi polari. Mentre i gruppi di attivisti ambientali continuano a far circolare informazioni basate sull’idea che il “cambiamento climatico causato dall’uomo” sia una minaccia per la specie, Moore vede all’opera un processo evolutivo naturale e dinamico.

“Gli orsi polari non esisterebbero se non fosse per il cambiamento climatico – ha spiegato – dicono che scompariranno a causa del cambiamento climatico. Ma come sono arrivati qui gli orsi polari? Si sono evoluti dall’orso bruno eurasiatico”. Fu durante l’epoca del Pleistocene che l’orso bruno eurasiatico sperimentò “un’evoluzione divergente” con la formazione di ghiaccio nell’Artico per la prima volta in 200 milioni di anni, ha raccontato Moore. Alcuni degli orsi si sono avventurati sul ghiaccio per cacciare le foche e, man mano che il ghiaccio si è ritirato gradualmente, quegli orsi sono stati isolati dalla “popolazione terrestre” nel Nord Europa e in Russia.

“Hanno cominciato a divergere in due specie diverse – ha proseguito Moore – ecco perché non ci sarebbero orsi polari oggi se non fosse per l’era glaciale del Pleistocene e il cambiamento climatico che si è verificato entrandoci”. Moore ha anche suggerito che ci sono buone ragioni per considerare le condizioni climatiche contemporanee come vantaggiose per gli orsi polari. Questo perché la riduzione del ghiaccio marino durante i mesi estivi consente al sole di splendere attraverso l’apertura nell’Oceano, in un modo che è proficuo per la vita marina che sostiene la popolazione di orsi polari.

Mentre commentava la politica energetica, Moore ha chiesto lo sviluppo di più centrali nucleari per aiutare a ridurre l’uso di combustibili fossili. Ha stimato che ci sono circa 440 impianti in tutto il mondo, ma vorrebbe vederne qualcosa intorno ai 4mila. Moore ha affermato di preferire la riduzione dell’uso di combustibili fossili non a causa delle emissioni di anidride carbonica, che considera benefiche, ma perché i combustibili fossili dovrebbero essere conservati per esigenze energetiche che solo quelle fonti di energia possono fornire.

“I combustibili fossili sono l’energia più importante per creare la civiltà”, ha notato Moore. In effetti, ha aggiunto, i combustibili fossili “ci stanno facendo vivere più a lungo e meglio”.

(*) Traduzione dell’articoloGreenpeace co-founder joins climate change skepticsdi Kevin Mooney pubblicato sul Washington Examiner

Aggiornato il 28 ottobre 2021 alle ore 12:31