E se fossimo tutti No Vax?

Sul tema della vaccinazione come strumento unico di difesa da una pandemia come quella che ci è piombata addosso, c’è da porre qualche riflessione. E soprattutto bisogna inquadrare il mondo da un’altra prospettiva, forse provocatoria. E se fossimo tutti No Vax? E se il concetto di vaccinazione obbligatoria o quasi come strumento di tutela della salute avesse qualche falla di base. Quello che appare chiaro a tutti è che la vaccinazione ha salvato molte vite e ha permesso all’Italia di ripartire con meno zavorre. Quello che è meno chiaro tra le altre cose è quanto duri veramente la copertura tramite gli anticorpi. E qui il Governo non è stato certamente chiaro, impostando prima la durata del Green pass a nove mesi, poi a dodici, forse anche per spingere parte della popolazione a vaccinarsi. Oggi si parla di ritornare nuovamente a una durata di nove mesi, o addirittura di sei mesi. E quello che appare inaccettabile è che una singola parte sottoscrittrice di un contratto, peraltro la più forte, decida deliberatamente e senza confronto di cambiare alcune righe di quel contratto. Perché il Green pass questo è, un contratto tra Stato e cittadino, che conferisce a quest’ultimo libertà che in una situazione normale dovrebbe avere di diritto. E un altro punto è questo, quanto può durare un’emergenza prima di essere considerata nuova normalità?

Torniamo al punto centrale della questione, ossia alla seguente riflessione: e se fossimo tutti No Vax? Bisogna inquadrare la questione da un punto di vista più ampio, e considerando tutte le differenze del caso, ritenendo che il Covid sia una malattia certamente più grave di una influenza, c’è da porsi la seguente domanda: quanti sono i morti necessari affinché un popolo debba e si senta in dovere di vaccinarsi? Ogni anno muoiono migliaia e migliaia di persone di influenza. Soprattutto persone anziane o debilitate per gravi malattie. Seguendo il ragionamento mainstream, tutto vaccini e tracciamento, per diminuire i morti si può e si deve ricorrere a una vaccinazione di massa. Se tutti noi ci vaccinassimo per l’influenza sicuramente il nonno di qualcuno camperebbe qualche mese o anno in più. Quanto a questa osservazione la banale risposta è: Covid e influenza non sono paragonabili, perché il Covid provoca molte più vittime. Possiamo renderci conto di come per buona parte della popolazione esista, comunque, un limite di morti per cui non si è disposti a vaccinarsi.

Se gli attuali No Vax raccontati dai media credono che il numero di morti che ha provocato il Covid non sia tale per cui loro debbano vaccinarsi, c’è da dire che anche i vaccinati più convinti contro il Covid hanno una sensibilità tale per cui i morti annuali di influenza per loro non sono tali da ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale. Ovviamente qualcuno si fa il vaccino anche contro l’influenza, ma chi lo fa quasi sempre è un soggetto a rischio a cui viene consigliato per la propria incolumità personale. In quello non c’è lo spirito collettivo di fratellanza che tanto vediamo invece per la tematica Covid. Quando si prova a fare questo discorso, un’altra possibile risposta è la seguente: l’influenza non ferma l’economia mondiale. E questo è sicuramente esatto, però implica che alla gente non interessi realmente la salute dei propri concittadini, ma più che altro che la macchina del capitalismo continui a macinare ettari. E allora in questo ragionamento, che cinicamente può anche essere giusto, si può dire che non importa quante persone muoiano, ma l’importante è che lo facciano in silenzio e non rompano troppo le scatole.

Aggiornato il 18 novembre 2021 alle ore 10:35