Fase della guarigione combattente

venerdì 26 novembre 2021


Quanti dicono e scrivono, spesso straparlano, ossia ignorano quel che dicono di conoscere. Mi riferisco all’ormai famigerato virus. Ad esempio. Fosse verosimile la mitologica idea che i non vaccinati periranno come zanzare infiammate, l’Africa non avrebbe africani, la vaccinazione è inconsistente, eppure gli africani periscono per fame non per virus, e il Continente trabocca di viventi. Minimi vaccinati, decessi al minimo! Come sciogliere questo enigma? Certo, i “dati” di rilevazione africani non sono millimetrici come da noi(?), ma non possiamo negare che qualcosa di buio resta, tanto poco vaccinati, tanti meno decessi. Come intendere? La sola interpretazione è: per morire occorrono fattori aggiuntivi al morbo, ambiente, vecchiaia, altri malanni, alimentazione. Ed entriamo nel realismo analitico. Vale a dire: non possiamo affibbiare la mortalità esclusivamente al virus e la salute soltanto ai vaccini. La teorica del connubio di vaccino devastante contro virus devastato è infondabile, se esclusiva.

Infatti, popoli senza vaccini fronteggiano virus più virilmente che popoli vaccinisti e, aggiunta rilevantissima, fosse verosimile l’argomento che i vaccini risolvono, oggi, con tante vaccinazioni dovremmo appagarci, i maggiori problemi dovevano crescere mesi passati, invece, incredibilmente, mesi passati sembrava che virus fosse perdente e i vaccinati erano in minor numero che adesso! Se i non vaccinati inficiassero dovevano recare maleficio in passato più che ora, minoranza qual sono rispetto ai vaccinati. Ma come, aumentano i vaccinati e aumentano i contagi!

I guariti senza vaccini nei popoli vaccinati sono milioni. Ripeto: i guariti senza vaccino nei paesi vaccinati sono milioni e milioni. Io sono tra costoro. Due mesi infiniti malato, coscienza oscurata, respirazione artefatta, incubi atrabiliari, risveglio sonnambolico, voce mancante per muco nei polmoni, taglietto alla gola, fuoruscita di massa melmosa grumettata di sangue, e ritrovo l’impeto della voce ma non il potere delle gambe, non mi reggo, barcollo, la mente volteggia, dalla rianimazione alla riabilitazione, stento a camminare, passettini, la gamba sinistra raggrinzita non si tende, l’anca distorta della posizione si atrofizza, tamponi, cavature di sangue, cuore sotto sguardo, medicine a ettogrammi, infine un mattino del febbraio del 2021, dopo quattro mesi di ergastolo sanitario vedo ancora le strade romane, e le persone andare non con sedie a rotelle, e il cielo che non era un soffitto, e le persone vestite con abiti non camicioni azzurri o bianchi. L’Era dei vaccini iniziava, io, immunizzato dalla malattia, mi guarivo da me. Chi sa, forse il corpo contiene maggiori capacità difensive della credenza che lo intende stremato se non vaccinato.

Tutti gli ospiti dell’operoso, maestoso, stimabile, Ospedale Spallanzani eravamo in rianimazione in percorso di guarigione senza vaccini, allora. A tal punto un eventuale lettore insorgerà: ecco un nemico della salute pubblica, un antivaccinista. Dove si può cogliere questa interpretazione? Mai. Dico soltanto che vi fu un periodo nel quale la difesa naturale, con tutto l’associabile curativo, era la difesa preminente. Dico soltanto che non bisogna ridursi esclusivamente ai vaccini. Tante è vero che moltissimi siamo sopravvissuti senza vaccini. Essenziale è la “carica” interna, voler vivere e intervenire non tardi. Quest’ultimo rilievo è decisivo. Il maggior numero dei malati era di passaggio, massimo dieci giorni, medicine, ossigenazione, e tornavano a casa a gambe rette. La mia esperienza, dico: esperienza non congettura, è che se organizzassimo la società in modo salubre il virus andrebbe in altri pianeti fallendo il suo rovinio sulla Terra.

Ci deve pure essere un fondamento nel fatto che bambini e giovani si ammalano scarsamente e decedono minimamente. Fosse un male totale nessuno verrebbe risparmiato! Dunque aver cura delle condizione della salute è la condizione per mantenere sana la salute. Sembra tautologico ma è tautologismo giustificato. Non limitarsi a fattori esterni, il vaccino è un fattore oggettivo, meccanico. Bisogna curarsi in interiore, accorgimenti, scopi, volontà di vivere, ambiente sanificato. Affidarsi ad una soluzione oggettiva come è il vaccino dà l’illusione che tutto sia risolto. Lo vediamo, non basta. Se vacciniamo ma non guariamo restiamo dei potenziali malati. Il virus si trasmette alla mente. Il vaccino che mantiene il contagio ha immesso nel cervello un segnale: non c’è guarigione, sei in perpetuo rischio.

E un messaggio opposto: sei immune, non ti colpisce alcunché. Entrambe le evenienze sono desolanti e vulnerano la società. Imporre: vaccinatevi, quando si teme il contagio, sembra un obbligo vano, prepotenza inutile e suscita rifiuto; illudersi di essere salvi quando è possibile il contagio, ci fa irresponsabili. Esiste o non esiste la possibilità di guarire o il virus è un male attenuabile ma non guaribile? I vaccini suscitano questa duplice certezza erronea, di sempre ammalarsi, di non ammalarsi. Invece di discutere su obblighi vaccinali bisogna tentare rimedi di guarigione, se i vaccini non guariscono, si somministrino a forza o per adesione non cambiano la lori natura: non guariscono! Ormai è chiaro: l’eccellenza dei vaccini si reperisce nella loro azione sminuitiva del danno ma non nella eliminazione del danno. Esiste possibilità di eliminare il danno? Altrimenti possiamo vaccinare la totalità del pianeta, il virus continuerà a contagiare. Anche mentalmente. E, sia pure endemico, alla minima variante scavalca il vaccini e ammorba di nuovo. Esiste obiezione a questa ipotesi?

Ci sono fino ad oggi queste fasi, periodo sine vaccino, periodo vaccino si/no, terzo periodo dovrebbe essere: Periodo delle cure e delle prevenzioni. I vaccini danno e daranno risultati nel diminuire la malattia ma non guariscono e la società resta sospesa alle acrobazie del virus. Avanti, uccidiamo il virus, guariamo dal virus. Terza era, fase della guarigione combattente.


di Antonio Saccà