Conciliare il consumismo con l’emergenza climatica

Il mondo dell’espansione inarrestabile che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni non potrà certo continuare nella sua corsa nei prossimi anni. Ce lo chiede l’ambiente, se continuiamo di questo passo lasceremo ai nostri figli un mondo probabilmente inabitabile per molti periodi dell’anno. E allora cosa fare? Retrocedere verso un mondo non consumista, limitare i vizi delle persone nei Paesi sviluppati appare praticamente impossibile. Non siamo più abituati ad accontentarci, a vivere una vita semplice, fatta di piccole cose. Anche i poveri hanno bisogno di molto, di stare al passo, in miniatura con chi può permettersi una vita agiata.

E allora se bisogna tutelare l’ambiente, ma allo stesso tempo non può arrestarsi la cavalcata del consumismo, abbiamo di fronte una soluzione, per certi versi distopica, probabilmente inapplicabile per molti esseri umani, ma che potrebbe diventare ben presto, lentamente, la nuova normalità. E sicuramente il Metaverso inizia a spaventarci, per la forza con cui potrebbe cambiare il mondo, per il modo in cui le persone potrebbero venirne risucchiate.

Come diceva Margaret Thatcher tanti anni fa: there is no alternative. Per vivere nel mondo sviluppato e tecnologico dei prossimi anni potrebbe non esserci alternativa. E allora parte il via al consumismo consumato nelle nostre abitazioni, senza uscire di casa, uscendo il meno possibile, incontrando i nostri amici in modalità virtuale, modalità che nei prossimi anni diventeranno sempre più reali, sempre più simili alla realtà. Perché un modo per portare avanti la sete di consumismo con cui siamo cresciuti in un mondo minacciato dall’emergenza climatica potrebbe essere proprio questo. Farci desiderare non più oggetti, ma oggetti virtuali, ologrammi, cose che in realtà non esistono nemmeno. Farci volare dall’altra parte del mondo senza spostarci di un millimetro dalla nostra cameretta. Tutto questo connesso con i lockdown climatici, che presto potrebbero diventare la nuova realtà, la nuova minaccia per la libertà della popolazione.

Sperando, di Natale in Natale, che sia l’ultimo con le restrizioni, ma uno tira l’altro e ce ne è sempre uno nuovo, sempre un nuovo ostacolo. E un passetto alla volta sprofondiamo nel nuovo mondo, anche se non ci piace. Ci stanno accompagnando, e noi senza rendercene pienamente conto li seguiamo, convinti che obbedendo torneremo al mondo del 2019. O addirittura in un mondo migliore. Ma forse no, forse hanno ragione loro, forse queste parole sono soltanto il delirio di un uomo qualunque. Ce lo dirà la storia come andranno le cose, ma forse un domani sarà troppo tardi per rimediare.

Aggiornato il 26 novembre 2021 alle ore 13:53