Scatta a Mediaset il nuovo riassetto

venerdì 26 novembre 2021


Novità societarie e redazionali nel gruppo berlusconiano del Biscione. Mediaset cambia nome e la nuova denominazione della società sarà Mfe-Mediaforeurope con sede legale ad Amsterdam in Olanda. Cambia anche la struttura azionaria con doppia categoria di azioni: ordinarie A e ordinarie B con lo scopo di offrire una maggiore flessibilità per il finanziamento di future operazioni. Entrambe le azioni saranno quotate sul Mercato telematico azionario organizzato e gestito dalla Borsa italiana. Con l’Assemblea straordinaria del 25 novembre sono stati messi definitivamente dietro le spalle i cinque anni di contenzioso economico e giuridico con il gruppo Vivendi del bretone Vincent Bolloré. I rappresentanti francesi hanno votato prima l’abolizione del voto maggioritario, la decisione di spostare in Olanda la sede legale e poi il percorso delle azioni a due categorie. Sono le conseguenze dell’accordo globale sottoscritto il 3 maggio tra Fininvest, Mediaset e Vivendi secondo con il quale si metteva fine alla loro controversia rinunciando, reciprocamente, a tutte le cause e denunce pendenti.

Un accordo di buon vicinato, anche perché come si sta vedendo in queste settimane Vivendi è impegnato con la questione Tim e l’Opa del fondo americano Kkr. Vicenda sulla quale è sceso in campo anche il premier Mario Draghi chiedendo garanzie per la rete e l’occupazione. Il cambiamento di nome di Mediaset si inserisce nel percorso per la costruzione di una holding internazionale che inserisse le principali tivù generaliste europee.

I vertici del gruppo di Cologno Monzese (Fedele Confalonieri presidente, Pier Silvio Berlusconi vicepresidente e amministratore delegato si sono presentati ai soci che votavano in presenza e in webcast a causa delle norme emergenziali adottate dal governo olandese in relazione all’esplosione della pandemia da coronavirus (Covid-19) con buoni risultati di gestione. Alla nuova struttura, che diventerà operativa dal primo gennaio 2022, vengono presentati conti in ripresa nonostante le difficoltà del biennio appesantito dal lockdown e dalla crisi della distribuzione cinematografica. Il gruppo ha comunque conseguito un significativo incremento nel primo trimestre 2021 paragonato a quello del 2020. Questo è dovuto all’accelerazione, superiore alle aspettative, dei ricavi pubblicitari in Italia con un incremento del 6,1 per cento. Il numero dei dipendenti è rimasto sostanzialmente lo stesso degli anni precedenti: 4.933 di cui 1578 in Spagna.

Più complessa la riorganizzazione giornalistica. Il piano 2022-24, presentato al Comitato di redazione, prevede l’ipotesi di 45 uscite incentivate su base volontaria contro 15 assunzioni tra i giovani collaboratori.

La riduzione di 30 unità comporterà una piccola rivoluzione che secondo i vertici della società avverrà senza strappi o tagli. Lo snellimento ci sarà comunque nell’informazione e nello sport anche se Mediaset si è assicurata fino al 2024 i diritti di trasmissione gratuita sulle reti generaliste della migliore partita di ogni turno di Champions League, finale compresa. Per le prossime 3 stagioni Mediaset offrirà la visione di 104 partite in diretta streaming pay visibili su tutti i device, smart tv, tablet, pc e cellulari. È comunque il totale dell’ascolto nelle 24 ore che fa guardare con fiducia al futuro. I telespettatori sono 11 milioni e 700 mila con uno share del 32,2 per cento. Anche in Spagna il gruppo Mediaset España conferma la propria leadership come ascolto con una quota del 27,5 per cento nelle 24 ore. Il nuovo piano aggiorna il precedente del 2019 che aveva già dato il via ad un primo riassetto a Cologno Monzese.


di Sergio Menicucci