Ritratti. Baratto delle figurine, ritorno al passato (e al futuro)

È il 1986, anno di “Two People” di Tina Turner, del Napoli di Maradona e Bruno Giordano, ma anche di Supersport, l’album delle figurine Panini (duecento lire il costo di ogni pacchetto) dove era ricercatissima (almeno per il sottoscritto) la casella di Nelson Piquet, grandissimo della Formula Uno. Gli introvabili in tal senso non sono mai mancati: in principio Pier Luigi Pizzaballa, poi fu la volta dell’highlander Lamberto Boranga. Fino a “Buso manca, Buso è raro” recitato in Adolescenti a colloquio. Improvvisamente, Tremoto degli Elio e le Storie Tese: le figurine hanno accompagnato l’adolescenza a tutte le latitudini, sfidando cambi d’epoca e di Governo. Ma una cosa è certa: non sono mai passate di moda. Anzi, in un lato di Roma hanno rappresentato l’occasione per un appuntamento fisso, il “baratto”, che solo il Covid ha fermato. Parliamo di Torresina (zona nord-ovest della Capitale) dove nel 2012 è stato dato il “la” all’iniziativa: “Speriamo che in primavera ci sia la possibilità di riallestire i tavoli. Sarebbe bello, perché significherebbe essere tornati a un minimo di normalità”.

Torresina ha iniziato a essere abitata dal 2003: qui ci sono attività, un parco inclusivo (“Zietta Liù”), una bibliocabina (una vecchia cabina telefonica trasformata in “biblioteca”), il Box Libera Libri, al piano -1 del centro commerciale, dove vengono scambiati i volumi. E poi il baratto di figurine, come ha raccontato Antonio Giustiniani del Comitato di quartiere: “Le attività iniziavano verso febbraio nel gazebo del Parco Zietta Liù, poi andavamo avanti a settimane alterne”. Il tempo di rodare la macchina e tutto è proceduto da sé: “La voce ha iniziato a spargersi e le persone sono cominciate ad arrivare anche da altri quartieri della città. Il motto era “una vale una”, nel senso che lo scambio – rigorosamente gratuito – rappresentava un momento di incontro e di condivisione. La scartina, in sostanza, aveva lo stesso peso della tessera tanto agognata”.

Figurine per tutti i gusti (quelle del calcio erano le più gettonate) e scenari che mutavano nel giro di un amen: “Spesso accadeva – ha raccontato Giustiniani – che i genitori rimanessero a caccia delle “facce mancanti” mentre i bambini si allontanavano per giocare. Abbiamo avuto anche un “nonno” come collezionista. Pensavamo che l’interessato fosse il nipote, ma ci sbagliavamo”. Più una curiosità: “Un anno la figurina più ricercata era quella dello stemma della Roma. Non sapevamo proprio dove trovarla. Disperato, ho bussato anche alla porta di una Roma club”.

A stretto giro, come detto, l’idea è quella di ripetere l’evento, nel rispetto delle misure anti-Covid: “Personalmente mi piacerebbe allestire il baratto nei bar del quartiere. Un po’ per dare una mano ai negozianti e un po’ per ricreare quell’atmosfera che ormai da due anni non si respira più. Francamente manca essere avvolti dalla gioia dei bambini, è come tornare indietro nel tempo, quando con le card giocavamo a spizzico o a rubamazzo”.

Già, andata e ritorno, ripensando al sorriso di Nelson Piquet che ti svoltava la giornata, dopo tanto penare, consentendoti di chiudere un album acquistato al tempo del Napoli di Maradona e di Bruno Giordano, quando Tina Turner cantava “Two People”. E con mille lire sbancavi il lunario.

Aggiornato il 03 dicembre 2021 alle ore 17:59