Il pensiero balbettato

giovedì 29 settembre 2022


Questo tipo di scrittura evidenzia la frantumazione delle capacità elaborative e riflessive, con riduzione delle individuali competenze linguistiche e di conseguenza, dell’apertura delle funzioni mentali di elaborazione e di interazione con altri umani singoli e nelle dinamiche di gruppo. La demolizione del processo è iniziata con il canale Twitter dove si è estesa la scrittura di “pensierini” della stessa lunghezza di quelli che scrivevamo in seconda elementare. La persistenza di questa pratica inibitoria sta gradualmente restringendo la facoltà di elaborare riflessioni complesse che possano ipotizzare idee complesse e progettazioni complesse. L’individuo non deve pensare nel senso prefigurato dal titanico filosofo tedesco Martin Heidegger in Cosa significa pensare. Il singolo, senza protezione sociale, precario, atomizzato, ricattato, deve solo obbedire e consumare per poi essere gettato nella spazzatura con l’espulsione dai cicli produttivi o con l’eutanasia che sarà ritualizzata come evento di massa giusto e purificatore.

Grande assente è il complesso dell’insegnamento scolastico nazionale, anch’esso smembrato e reso all’impotenza da decenni di direzione caotica che, secondo una certa e sempre più accreditata analisi storica e sociologica, è stata la deriva realizzata scientificamente dagli esecutori della “opzione Togliatti”. Ma ancora c’è da scavare e da riflettere sul tema a causa dello strisciante ostruzionismo di coloro che ancora occupano indisturbati i meccanismi di creazione e di produzione della conoscenza e dell’informazione nel nostro Paese.

Come se non bastasse, si aggiunge al caos un processo di demolizione controllata del linguaggio nella sua configurazione soggetto-verbo-predicato. In alcuni Paesi il processo di disfacimento linguistico è stato più veloce come accade nella lingua italiana invasa da una marea di inutili inglesismi. È accaduto in India la cui lingua nazionale, l’Hindi, è parlato con almeno il 50 per cento di parole inglesi: basta ascoltare i dialoghi di un qualsiasi film prodotto dal complesso cinematografico di Bollywood! Ecco perché da qualche tempo dilagano pratiche comunicative autistiche e balbettanti dentro i canali sociali di Internet.

Dilaga un balbettio frammentato, come ha illustrato molto bene il Nobel del 1969, l’irlandese Samuel Beckett o il silenzio ossessivo delle composizioni del musicista John Cage o le dirompenti tensioni musicali della dodecafonia di Arnold Schönberg, di Karlheinz Stockhausen o anche le lacerazioni dell’arte astratta e contemporanea, che propone itinerari spezzettati e fuori contesto e un urlo disperato laddove abbiamo un residuo di immagine umana. La realtà non ha valore. Non ha rilevanza e deve piegarsi alle morfologie mentali dell’artista. La realtà, come noi la conosciamo, non conta più. La realtà è sbagliata se diverge dai dettami dei “padroni del discorso” e per questo motivo, deve essere eliminata e repressa sistematicamente.

Ad eccezione di un numero sparuto di menti pensanti, accerchiate da quella che Arthur Schopenhauer chiamava la stupidenzia, questa è l’epoca della povertà spirituale e mentale estrema. Molto significativa una lirica del grande poeta tedesco Friedrich Hölderlin:

Poeticamente abita l’uomo su questa terra

Può un uomo, quando la sua vita non è che pena

guardare il cielo e dire: così

Anch’io voglio essere. Si. Fino a che l’amicizia,

L’Amicizia schietta ancora dura nel cuore

Non fa male l’uomo a misurarsi

con la divinità. Dio è sconosciuto?

È egli manifesto e aperto come il cielo? Questo

piuttosto io credo. Questa è la misura dell’uomo.

Pieno di merito, ma poeticamente, abita

l’uomo su questa terra. Ma l’ombra

della notte con le stelle non è

Se così posso osar di parlare, più pura

Dell’uomo, che si chiama immagine della divinità.

C’è sulla terra una misura? No.

Non ce n’è alcuna.

Poeticamente deriva dal greco poiesis che è “la capacità di tirare fuori, prefigurare, progettare, ipotizzare qualcosa che prima non esisteva”. Il processo creativo, insomma. Una possibilità, oggi, sempre più combattuta perché portatrice di ribellione, di pensiero critico, di ipotesi di futuro, di progetto. Queste attività recano disturbo alla realizzazione dell’homunculs globale e quindi vanno censurate in maniera continua. È dal dissenso che nascono le idee migliori.


di Manlio Lo Presti