Avanza la doppia sterzata della famiglia Berlusconi

La svolta di Cologno Monzese è avvenuta con le assemblee del 15 marzo di Mediaset España e di Mfe-MediaForEurope nel corso delle quali è stata approvata la fusione della controllata spagnola nella holding del Biscione che ha il 100 per cento di Mediaset e il 25 per cento della tedesca ProSiebenSat.1 Media. I bilanci generali si faranno all’assemblea dei soci convocata per il 7 giugno con previsioni migliori di quelle registrate nei primi 9 mesi dell’anno, quando è stato registrato un utile netto di 78,5 milioni di euro, anche se in calo rispetto all’anno precedente, ma in linea con le attese per la ripresa degli introiti pubblicitari dirottati sulla Rai con i Mondiali di calcio del Qatar. L’editore ha segnalato anche 3 miliardi e 400 milioni di video visitati sul sito Internet dell’azienda tra gennaio e ottobre. La strada del Biscione è, però, ancora in salita, anche se sono dietro le spalle le burrascose vicende dell’acquisizione di Endemol e dei contrasti con i francesi di Vivendi per Premium. La sterzata ha tre protagonisti: il fondatore Silvio Berlusconi, che raccoglie gran parte dei dividendi; il figlio cinquantenne Pier Silvio, che si sta impegnando sui costi e sugli indirizzi dei palinsesti (prodotti meno trash, meno volgari e con più rispetto per il pubblico); e Marina, che sta diventando la vera padrona delle strategie di famiglia partendo dalla corazzata Mondadori.

I due figli maggiori del Cavaliere e Fedele Confalonieri, dopo l’intervento sull’ecosistema Mediaset, hanno convinto il padre ad agire anche sui vertici di Forza Italia. Il riassetto del partito, con il cambio della guardia di molti vertici, porta anche la firma della compagna del leader Marta Fascina. Di mezzo ci sono anche i rapporti con la premier Giorgia Meloni, inizialmente freddi con la coordinatrice Licia Ronzulli, nonostante la presenza nel governo del ministro degli esteri Antonio Tajani. L’azienda di Cologno non gradisce posizioni conflittuali con il potere governativo o parlamentare. Arcore non dovrebbe allora ostacolare il suo percorso di internazionalizzazione. Pier Silvio ha inviato il fidato Alessandro Salem in Spagna a sostituire Paolo Vasile, che per 30 anni aveva guidato Telecinco, ereditando l’amicizia del padre, giornalista e scrittore di livello, con l’allora giovane Silvio che si stava facendo largo nel mondo delle costruzioni e aveva bisogno di qualcuno che lo introducesse nella sfera delle comunicazioni. La seconda mossa verso la dimensione europea è stata quella di aver trasferito la sede legale ad Amsterdam per meglio controllare la fusione transfrontaliera. L’ingresso di Mediaset España è stata quindi una questione di allargamento societario, ma soprattutto un orientamento strategico.

L’altro tassello è ProSiebenSat.1 Media, dove Cologno Monzese è il primo azionista della tivù tedesca che, nella prossima riunione dell’assemblea dei soci a Monaco di Baviera dovrebbe nominare due consiglieri d’amministrazione indicati dal gruppo Berlusconi. Entrare nella sala di comando in un’azienda tedesca significa partecipare allo sviluppo delle telecomunicazioni di nuova generazione e creare il primo tassello del polo paneuropeo della tivù free voluto dalla famiglia Berlusconi. Pier Silvio ha compreso che Cologno da solo non sarebbe stato in grado di resistere ai giganti digitali che, come si è visto, con Amazon hanno lanciato l’offensiva anche sui diritti televisivi dello sport. La battaglia è la conquista delle quote di mercato della pubblicità televisiva, settore in cui Publitalia 80, guidata da Matteo Cardani, ha raccolto in Italia nel 2022 oltre il 55 per cento del totale.

Aggiornato il 27 marzo 2023 alle ore 10:15