Questo mercoledì “Medicina a Km 0” ospita nuovamente il professor Matteo Bassetti, ordinario di Malattie infettive allUniversità di Genova, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova e presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (Sita). 

Con il professor Bassetti parliamo di aggressioni ai sanitari, una piaga sociale che ha raggiunto proporzioni inaccettabili. Sono circa 2.500 i casi di aggressioni fisiche e verbali accertati, perché denunciati, ogni anno dagli operatori sanitari nel nostro Paese. I dati sono la spia di un grave disagio sociale, da un lato dovuto alla grave carenza di personale causato dall’abbandono della professione da parte di molti medici. In tanti migrano dal pubblico verso il privato, che li paga di più, come dovrebbe essere date le enormi responsabilità. Un ingente numero di professionisti va in pensione e non ci sono medici che prendono il loro posto. Molti sono anche i giovani che non riescono ad accedere agli studi universitari di Medicina e chirurgia, a causa del numero chiuso e dellimbuto formativo nel periodo della specializzazione. Adesso si prevede di aumentare gli attuali posti disponibili del 20-30 per cento per il prossimo anno, ma non basta. Forse sarebbe utile un intervento più coraggioso, alla francese: far accedere tutti al primo anno e dal secondo anno in poi far procedere quelli in regola con gli esami e che mantengono una certa media. 

Le violenze sul posto di lavoro contribuiscono all’allontanamento dei professionisti della salute soprattutto dai Pronto soccorso e dalle Guardie mediche, luoghi che necessitano di assoluta serenità per svolgere il proprio compito e salvare vite in sicurezza. Non è sufficiente che ai medici sia dato il contentino del “pubblico ufficiale”, unetichetta che di fatto serve a poco. Bisogna promuovere e diffondere una cultura che dica che ogni tipo di violenza è inaccettabile, ma anche prendere coscienza che il rapporto medico-paziente si sta frantumando a causa di una serie concatenata di eventi che è partita da molto lontano e, probabilmente non in maniera casuale, per favorire il privato. Si sta perdendo, un pezzetto per volta, l’umanizzazione delle cure, in una crisi di sistema piena di carenze ormai da tempo sotto gli occhi di tutti.

Aggiornato il 29 marzo 2023 alle ore 17:10