Ecomafia 2023, Legambiente: “Impennata per la cementificazione”

Il cemento illegale è il primo business delle ecomafie. La Campania è la regione che detiene il triste primato dei reati ambientali. Il rapporto “Ecomafia 2023” di Legambiente certifica un imperante stato di illegalità generalizzato. Nel nostro Paese gli ecocriminali non arretrano. Sono 30.686 i reati contro l’ambiente registrati nel 2022, in lieve aumento dello 0,3 per cento rispetto all’anno precedente. Per rendere meglio l’idea: In Italia vengono commessi in media 84 ecoreati al giorno, ovvero 3,5 ogni ora. Il rapporto indica in 8,8 miliardi il fatturato illegale maturato dalle ecomafie in diverse filiere colpite dal fenomeno. Sulla bilancia dell’illegalità a pesare di più è la cementificazione con una vera e propria impennata nel 2022. Dall’abusivismo edilizio fino agli appalti si contano 12.216 reati, il 39,8 per cento del totale, +28,7 per cento sul 2021. Seguono i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali, +4,3 per cento, mentre scende al terzo posto il ciclo illegale dei rifiuti, dove si registrano 5.606 reati, -33,8 per cento. In aumento anche gli illeciti amministrativi che toccano quota 67.030, +13,1 per cento. A preoccupare Legambiente sono anche le risorse del Pnrr che, secondo il presidente Stefano Ciafani, “devono essere spese senza che un solo centesimo finisca nelle tasche di ecocriminali ed ecomafiosi”. E se da un lato “occorre semplificare” dall’altro, ha avvertito Ciafani, vanno evitate “le deregulation previste dal Codice degli appalti. Bisogna innalzare il livello qualitativo dei controlli ambientali, approvando i decreti attuativi sulle Agenzie regionali per la protezione ambientale, ma anche inserire nuovi delitti ambientali nel codice penale per i reati più gravi”.

Per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto il rapporto indica la necessità di “mettere mano al Codice dell’ambiente per verificare le norme ancora attuali, o che vanno rafforzate, e quelle che sono superate e vanno riformulate”, nell’ambito di “una operazione di ammodernamento rispetto a sensibilità che sono cambiate”. Pichetto ha poi sottolineato l’importanza della prevenzione: “La legge deve intervenire nel creare le condizioni affinché non vi siano le opportunità per delinquere, quindi in fase preventiva”. Scorrendo la classifica dei settori più colpiti al quarto posto Legambiente indica i reati legati a roghi dolosi, colposi e generici, che si contano in 5.207, -3,3 per cento sul 2021. Numeri elevati si registrano anche nel settore agroalimentare con 41.305 reati e illeciti amministrativi, mentre sul fronte archeomafia sono 404 i furti d’arte nel 2022. “Non dobbiamo abbassare la guardia sugli ecoreati. Questo fenomeno inquina l’economia, l’ambiente, ruba il futuro”, ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia, richiamando in particolare l’attenzione sui contratti pubblici: “La prima filiera per numero di reati è quella del cemento, la terza quella dei rifiuti, in entrambe ci sono contratti pubblici. Gli investimenti pubblici devono stare fuori da questi rischi ed essere strumento per garantire la transizione ecologica e le politiche pubbliche”. Per Busia, tra le varie priorità, per i contratti pubblici occorrono “trasparenza e digitalizzazione” ed è ciò che “stiamo cercando di fare su tutta la procedura dell’affidamento pubblico”.

Aggiornato il 11 luglio 2023 alle ore 18:37