Analisi cliniche in farmacia

Durante il periodo Covid gli italiani hanno potuto valutare tutti gli operatori sanitari che si sono adoperati per la salute dei cittadini. Mentre gli ospedali si riempivano delle persone più gravi e i pronto soccorso diventavano inaccessibili o ultra-pieni le farmacie rimanevano come un punto fondamentale per la salute dei cittadini.

Ricordiamo che anche i medici di base, in moltissimi casi, avevano chiuso gli ambulatori e le visite domiciliari, qualora non fossero già state di fatto abolite precedentemente, erano diventate impossibili. Questo anche dovuto al fatto che il medico di base non possiede e non possedeva un’organizzazione tale da far fronte ad un problema generalizzato come il Covid.

La farmacia invece, aveva i locali più adatti, il personale e la disponibilità dei farmaci. Senza nascondersi dietro ad un dito, era diventato l’ultimo vero baluardo di sanità nel Paese, dopo gli ospedali. Tanto è vera questa affermazione che, pur in tempi diversi, le farmacie in tutta Italia hanno aderito massivamente all’attivazione dei tamponi e dopo ai vaccini dimostrando di essere più che preparate a svolgere anche altre funzioni sanitarie, oltre a dispensare farmaci e ad occuparsi dell’autoanalisi.

Dal periodo Covid le farmacie ne sono uscite vincitrici agli occhi dei cittadini tanto che, ancora oggi, sono la prima scelta del cittadino quando si sente male, prima ancora del medico di base. Non si esprime un giudizio se sia corretto o meno questo atteggiamento, ma soltanto si osserva quello che sta accadendo un po’ in tutta Italia.

E questo non è passato inosservato nemmeno nel Governo italiano che con il decreto semplificazioni ancora in bozza ha previsto la possibilità per le farmacie di effettuazione di test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo. Si apre quindi la strada alle analisi cliniche in farmacia. Non tutte le analisi ovviamente, ma certamente è un passo importante a favore del cittadino.

I farmacisti dovranno essere opportunamente formati ed essere soggetti ad aggiornamenti annuali. Sono previsti esami specifici di abilitazione e caratteristiche specifiche che dovranno avere i locali adibiti a queste attività. Potranno essere in farmacia o in aree esterne purché nella pianta organica della farmacia e dotati di apprestamenti idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza. Saranno le Asl ad autorizzare le strutture delle farmacie ad offrire questo servizio ai cittadini. I beneficiari saranno tutti i soggetti di età superiore o uguale ai 12 anni.

Inoltre, in farmacia si potrà cambiare il medico di base o del pediatra e le stesse potranno dispensare i farmaci (dpc) per conto di strutture sanitarie farmaci e dispositivi medici necessari a pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale.

Per ultimo si apre anche alla possibilità che due o più farmacie insieme organizzino per dispensare in comune questi servizi utilizzando gli stessi locali separati in contratto di rete.

Questa “rivoluzione” è cominciata già prima del periodo Covid e nel settore si definiva come “la farmacia dei servizi”. Il Covid è stato semplicemente un test su larga scala e un trampolino di lancio che ha velocizzato un processo che comunque si sarebbe sviluppato ugualmente.

Ora aspettiamo che un disegno diventi una norma effettiva.

Aggiornato il 02 aprile 2024 alle ore 11:22