Elon Musk libera Twitter

martedì 26 aprile 2022


La liberazione (di Twitter) è passata da Elon Musk. Il patron di Tesla ha messo sul piatto un’offerta irrinunciabile: 44 miliardi di dollari. L’accordo, che dovrebbe chiudersi entro l’anno, porterà dei cambiamenti sostanziali: il social network, infatti, saluterà Wall Street e diventerà una società privata. La promessa dell’uomo più ricco del pianeta è quella di dar vita a un luogo dove la libertà di parola sarà sovrana. Molti Repubblicani, a questo punto, sperano di poter vedere Donald Trump su Twitter: l’ex presidente degli Stati Uniti, infatti, era stato bandito dal social dopo i fatti Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

Nell’ultimo mese l’accelerata di Musk (che aveva detto “è necessaria una nuova piattaforma”) è stata scientifica quanto puntuale. In principio l’acquisto del 9,2 per cento delle azioni dell’azienda. Come avevamo già segnalato sull’Opinione, la partecipazione da 2,89 miliardi di dollari ha spinto l’imprenditore a formulare un sondaggio informale, sotto forma di tweet, per inserire il tasto “modifica” nei post del social network. L’edit button è già presente su altre piattaforme come Facebook e Instagram, permettendo agli utenti di modificare un post già scritto.

A seguire, Elon Musk ha rinunciato al posto nel Cda di Twitter, come reso noto da Parag Agrawal, direttore generale del social newtork: “Elon Musk ha deciso di non unirsi al nostro Consiglio. Il suo arrivo nel Consiglio sarebbe diventato ufficialmente effettivo il 9 aprile, ma Elon ha fatto sapere quella stessa mattina che non si sarebbe più unito”. E poi: “Abbiamo e apprezzeremo sempre la partecipazione dei nostri azionisti, indipendentemente dal fatto che facciano parte del nostro Consiglio o meno. Elon è il nostro maggiore azionista e rimarremo aperti alla sua partecipazione”.

Ora il colpo finale, con 44 miliardi di dollari sull’unghia e prospettive di cambiamento che staranno già mettendo apprensione nei meandri di una certa intellighenzia vicina alla censura un tanto al chilo. O meglio: quando fa più comodo.


di Tommaso Zuccai