La rivolta contro la tv non-Hd

Scrive Stefano Menichini, direttore di Europa quotidiano, in un tweet del 9 giugno: «Comunque non per fare il fanatico, ma a parte i commentatori Rai il calcio non in HD non si può più vedere #euro2012». Mi è venuto spontaneo rispondergli: «Allora o Skyhd o rassegnati».

Non è esattamente così, però bisogna ammettere che l’alta definizione sul digitale terrestre è poco più di una chimera. La conversione della televisione da analogico a digitale non verrà certo ricordata come esempio virtuoso di adeguamento tecnologico. Basti pensare che, dopo più di dieci anni, svariati ministri o viceministri o sottosegretari di entrambi gli schieramenti, un numero imprecisato di commissari Agcom, a fronte di un parco Tv ormai quasi totalmente in Hd abbiamo di fatto un solo canale ad alta definizione in chiaro. Il 501 della Rai peraltro è “anche” in HD, visto che per gran parte della programmazione il segnale è quello standard. Timidi e anche apprezzati tentativi sono stati fatti prima da Mediaset e poi da La7, purtroppo durati poco. Ci sono anche un paio di canali Mediaset Premium HD, ma il paragone con il satellite è semplicemente disarmante.

Il motivo? Sempre e solo quello: scarsità di frequenze abbinate a una codifica obsoleta e ingombrante. Basti pensare che, dopo aver affrontato una delle più incredibili, costose e dolorose conversioni tecnologiche della nostra breve storia, ora dovremo ricominciare da capo per passare al Dvb-t...2. Cos’è il Dvb-t2? E’ un nuovo standard di trasmissione in grado di fornire un aumento minimo del 30% in termini di bit rate utile che, abbinato a un algoritmo di compressione più moderno ed efficace, consentirà a parità di banda una visione tutta Hd anche sui canali in chiaro. Il “danno collaterale”  consiste  nella nuova obsolescenza di tutti i televisori attuali, almeno nella zona “sintonizzatore”, quella che sovrintende lo “scettro”, il telecomando. Si dovranno acquistare inevitabilmente nuovi decoder e ritornare al doppio telecomando.

La cosa è, ovviamente, risaputa da un po’, tutti i decoder hd di Sky già trasmettono, sul satellite, con la versione satellitare di questo standard  (Dvb-S2), peccato che nessuno dei nostri ministri, nessuno dei nostri commissari Agcom, si sia fatto venire in testa l’idea che forse sarebbe stato il caso di inserire immediatamente questo nuovo standard nei televisori, in modo da ritrovarci da subito con qualche milione di apparecchi pronti al nuovo standard. Al contrario, la nuova normativa parla di inserire l’obbligo a partire dal 1 gennaio 2015, anche se alcuni produttori si stanno velocemente adeguando almeno sui top di gamma per non apparire “obsoleti”.

Nel frattempo Sky, “confinata” sul satellite da alcuni “strateghi” convinti della centralità assoluta dell’etere per la diffusione del segnale televisivo, fornisce ai suoi quasi 5.000.000 (cinque milioni) di famiglie abbonate una programmazione quasi tutta in Hd. Nel frattempo, l’offerta multimediale “diversamente fruibile” si è evoluta a un livello tale che quando anche l’ultima conversione digitale fosse compiuta, nel lontano 2020, il concetto stesso di “televisione” potrebbe risultare anacronistico.

Basti pensare alla possibilità, già oggi disponibile, di poter utilizzare gli abbonamenti pay anche sui pc e, soprattutto, sui tablet. Basti pensare al fenomeno delle Smart Tv, tra un po’ disponibili su tutti i tv grazie a chiavette hdmi che trasformeranno il tv in un terminale android, da comandare con lo smartphone o con il tablet per una esperienza video ludica ancora tutta da scoprire. Basti pensare che le prossime olimpiadi saranno trasmesse in Hd in tutta Europa su 11 canali Youtube. Tutta Europa tranne... indovinate un po’?

Cosa c’entra l’offerta della Rete, direte voi, con il broadcast? Sono due canali paralleli... Fino a ieri. Ora non più, la Rete è famelica di banda, nel giro di pochi anni viaggeremo tutti wireless, connessi 24 ore al giorno con interfacce ancora da immaginare. Questa Rete che viaggia nell’etere avrà sempre più bisogno di frequenze e minaccerà, eroderà sempre più quelle destinate al broadcast, tanto che neanche il dvbt-2 potrebbe riuscire a garantire l’offerta necessaria. E poi, se nel 2020, arrivassero veramente i televisori 3D senza occhiali, che facciamo, ricominciamo da capo per trovare il modo di avere un canale Rai3D oltre a RaiHD?

È vero, c’è una generazione, la mia, che quando torna a casa la sera si sbatte sul divano con il cervello talmente fuso che già scegliere sul telecomando è faticoso; ma noi, l’ultima generazione con i ricordi in bianco e nero, siamo anche l’ultima generazione couch-potato. Quella successiva, digital compliant o net-potato, se non interagisce si sente male. E quella ancora dopo, quella dei ventenni, i 2.0-potato, chatta pure quando... insomma, avete capito.

Le cose sarebbero potute andar diversamente: sarebbe bastato che quel giorno, invece di iniziare un’assurda battaglia per spostare Rete4 sul satellite, invece di varare un frettoloso e approssimativo passaggio al digitale da fine legislatura per “aprire al pluralismo”, invece di inventare assurdità come il t-gov per giustificare acquisti sovvenzionati dei decoder poi usati essenzialmente da piattaforme pay a basso costo, si fosse semplicemente detto «spostiamoci tutti sul satellite prima che sia troppo tardi, con l’hd le frequenze disponibili non garantiscono alcuno sviluppo», oggi avremmo uno scenario completamente diverso.

La storia, purtroppo, non si fa con i se né con i ma. Una soluzione immediata e a basso costo ci sarebbe: la piattaforma TivùSat, ora anche HD, ma questa è un’altra storia. Per ora, caro Stefano, lasciati rispondere che non sei un fanatico, semplicemente fai parte di una minoranza di persone che vorrebbe una tv in chiaro di qualità anche tecnologica. Purtroppo per te e per noi la Tv in chiaro sembra sempre più avviata a divenire media per utenti che fanno fatica a capire la differenza tra Sd e Hd semplicemente per una questione di diottrie.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:10