Bellezza della politica “Suona il tuo futuro”

Alla larga da tutti i capi, capi di partito, opinion leaders e, ahimè, autorevoli e influenti intellettuali, che dicono “affidiamo il rinnovamento ai gggiovani”. Alla larga da chiunque – dopo aver toccato il fondo – continua a non vedere, a puntare su chi non vede e pretende di poter affidare qualcosa a qualcuno per mantenere il proprio potere. Alcuni si cospargono il capo di cenere, altri esprimono messaggi oblativi, altri proclamano editti, pongono la spada dell’investitura sui “prediletti”. A condizione che siano “gggiovani”.

Essi fingono di non sapere, o meglio: essi non sanno chi sono i giovani e spudoratamente li eleggono a “nuova linfa”, a concime fresco, a energia salvifica e “presentabile”, per il mantenimento del loro potere. Essi non sanno chi sono le persone cui stanno chiedendo aiuto. Non saprebbero dove andare a cercarli. Non saprebbero chiamarli per nome. Tutto ciò che sanno lo apprendono dai cassettifici sindacali e statistici, dalle cronache nere dei tg e dei giornali, dal… Provveditorato agli studi. per tutti questi presidenti o ex-presidenti di qualcosa, segretari o capicosca di qualcos’altro, i gggiovani sono un indifferenziato-massa anagrafico da insignire di targhetta e mandare in giro a reclutare votanti-gggiovani. Essi non sanno distinguere i bimbominkia dagli aspiranti-manager, i truzzi dai rave, gli occupanti delle piazze dai magmatici da bar, i grandiosi studenti cristiani dagli “Amici” di Maria de Filippi, i pubblico-in-studio dal pubblico dei parchetti, i portatori di tablets dagli intubati, i ridotti a pezzi dai ridotti a bocconi. Essi non sanno che i gggiovani sono le immense schiere dei “non aventi diritto”, gli emarginati dalla speranza, i non ammessi a tavola. Bene che vada, sono ospiti fissi di comunità di recupero, di recinti in cui le mitiche famiglie e i “tribunali dei minori” li hanno concordemente cacciati per tenerli fuori dai coglioni.

E soprattutto non sanno che i giovani, come i vecchi, come le donne, come le nuove generazioni degli… “extra-comunitari, come tutti i deboli generosi, sono sì una forza ma non per “loro”. Essi sono una forza che sta per saldarsi, unirsi in comunità, votarsi in un progetto del “prendersi cura”, ma non per salvare le sedie e i loden degli adulti che li hanno umiliati per cinquant’anni, e nemmeno per combatterli, e nemmeno per dare una verniciatina di sangue fresco alla devastazione di un grande popolo, il popolo italiano ridotto a massa. Questi milioni di giovani-vecchi-donne-poveri-marginali non saranno mai con voi adulti. E non scenderanno mai in piazza contro qualcosa. Continueranno o ricominceranno o… cominceranno a studiare, per trasformare una vergognosa “società civile” in comunità, per fondare una nuova città. E quando si sentiranno abbastanza forti, si prenderanno cura anche di voi, se accetterete di farvi curare. Ma qui abbiamo scelto la strada del “come si fa?” e di non smettere mai di “fare esempi”.

Riprendiamoci la musica

Poche parole, però. Poi studieremo dove e come cominciare. È un programma senza precedenti, ma con humus predisposto come pochi alla semina, alla coltivazione e ai raccolti. Si censiscono, selezionano e organizzano i musicisti, gli insegnanti di musica, gli strumentisti disposti a costituire un pool permanente di insegnamento, formazione e addestramento di giovani e giovanissimi cittadini di una grande città e/o di una regione. Si elabora un piano e un tempo di formazione, mediante corsi per classi. Si scelgono accuratamente i “tempi”: focalizzando comunque i mesi estivi con richiami nel corso dell’anno. per esempio: i corsi intensivi saranno programmati nei due mesi centrali delle vacanze scolastiche, affinché tutta la popolazione percepisca che questo studio-lavoro è anche piacere sostitutivo delle vacanze. Il messaggio è: i giovani giocano, studiano, si preparano a “fare musica”; a fare della musica, l’arte, il mestiere, la professione della loro vita; per un lavoro importante e dalla crescente richiesta sul mercato globale.

Primo schema programmatico

* scuola di musica

* scuola di strumenti

* scuola di composizione

* scuola di storia della musica

* scuola di canto

* scuola di canto corale

* formazione e addestramento alla costituzione di gruppi, band, orchestre.

Organizzazione degli obiettivi

* creazione di una data-bank-vivaio

* gestione dell’orientamento al lavoro

Nota

Il progetto-musica di “Suona il tuo futuro” è orientato a tutta la musica, senza preclusioni ideologiche, generazionali e di genere. dunque alla formazione musicale, orchestrale, canora e strumentale di tutti i talenti. Suona il tuo futuro sarà la fonte e la “macchina” per un nuovo e inedito “rinascimento musicale” dei giovani, centrato sulla città capoluogo, sul suo più importante teatro, suo più vicino conservatorio, sul locale mitico o che già fu mitico e ora decaduto del jazz e dei concerti rock, sulle sale da ballo dei vecchi e le dico dei giovani, patria del jazz italiano (dall’intra’s club al capolinea, ecc,), ma anche sui ritrovi storici degli appassionati di musica lirica e di musica leggera… Senza troppo scervellarci, ci vengono in mente alcuni dei tanti campi da coltivare esistenti in Italia: Milano, Roma, Napoli, Cremona, Palermo, Siena, Bergamo, Rimini, Parma, Pesaro, Verona, Bari, Bologna, Sanremo, Venezia, Catania, Castrocaro e quelli che conosci tu.

Non farti suonare: suona il tuo futuro

Questo è un evento duraturo, istituzionale. connota e illustra una intera politica delle nuove generazioni. Ma è anche una fonte di business, che – per sua natura e qualità – cancella ogni vecchia riserva sui “conflitti d’interesse” tra istituzione e mercato. Col programma “Suona il tuo futuro” sarà possibile contribuire a fondare l’interesse della comunità nel suo momento più concreto e qualificante: l’avvenire dei giovani.

Noi abbiamo dato titolo “La bellezza della politica” a questo viaggio e nella tappa ora enunciata è facile vedere come vi si innestano il prestigio, l’immagine e la connotazione creativa dell’Italia nel mondo. Ora vorremmo cominciare ad organizzare un adeguato programma di marketing strategico e di co-business coinvolgendo alcuni importanti soggetti interessati al progetto e al suo consolidamento negli anni: co-business tecnici, produttivi, distributivi, commerciali e anche istituzionali. Facciamo solo alcuni esempi:

* Sony

* Sky

* Mediaset

* Samsung

* Telecom e/o competitors

* Sugar (caterina caselli)

* Yamaha

* Associazioni industriali del settore strumenti

* Imprese di hardware e software elettronici

* Creatori di app mirate

* Adidas/Nike/Diadora, ecc. * Coca Cola o Pepsi, ecc.

Noi de “L’Opinione” ci siamo.

(continua)

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:27