La voce degli scrittori, “Le rovine in attesa”

Ritorna la rubrica con la quale “L’Opinione delle Libertà” dà voce e spazio ai nuovi volti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Le rovine in attesa” di Alfonso Cernelli (Alter Ego Edizioni). Cernelli è nato a Roma nel 1985. Ha esordito nel 2010 con il romanzo “Percezione dell’inverno” (Aletti editore), vincitore del Premio letterario nazionale “N. Zingarelli”, con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.

La Storia

Due uomini tanto diversi quanto profondamente simili. La storia di una rincorsa spasmodica verso un successo assai fragile. Un’opera nella quale convergono intensamente le tematiche legate al meridionalismo e all’influenza degli autori del Novecento. La vera protagonista indiscussa è la lettera, che serva a descrivere luoghi o personaggi poco importa, ciò che emerge è un amore innato per il linguaggio e per tutte le sue sfumature. Ogni singola parola viene scelta e mescolata sapientemente con le successive, permettendo così la creazione di un animo letterario in grado di pervadere ogni angolo dei nostri meandri più intimi. Erminio Narri è un giurista goffo e inetto, convinto però di avere doti superiori rispetto a quelle finora riconosciutegli. La lettera di un nobiluomo meridionale strappa così la sua esistenza, inducendolo ad abbandonare tutto per recarsi avventurosamente a scoprire i tratti di questo affare segreto di cui si parla nella missiva. Veniamo dunque resi partecipi di un vero e proprio progetto rivoluzionario, in cui si deve credere profondamente per poterne uscire vincenti. La sottotrama primaria ci narra però di due uomini profondamente soli, tanto insicuri quanto frangibili, eternamente impegnati in una rivincita illusoria. L’autore ama le parole e con queste ci concede di fare l’amore per tratti brevi e intensi, così come sono angusti i pensieri illusori dei due personaggi.

La “Voce” dello Scrittore

“Nel finale del libro uno dei protagonisti si definirà come una rovina in attesa. Si domanderà se il suo fallimento possa essere principalmente fonte di amarezza o comunque di soddisfazione, per una vita che gli ha concesso delle possibilità straordinarie”.

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Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:27