La prostituzione ai tempi della crisi

“Batte, forte, sempre”. Il cuore pulsante della prostituzione mondiale, parafrasando un noto slogan pubblicitario di una catena di punti vendita di elettrodomestici stile outlet, potrebbe riassumersi così. Il controverso rapporto tra crisi e puttane in fin dei conti si è risolto con un netto rapporto salvifico di queste ultime rispetto al primo.

Si va dall’aneddoto raccontato da Cresus nel libro “Confessions d’un banquier pourri”, vale a dire “Confessione di un banchiere marcio”, scritto sotto pseudonimo da un grande protagonista della finanza mondiale, che racconta come il tracollo dei mutui subprime fosse stato anticipato a una “belle de jour” da uno sceicco padrone di un grande fondo sovrano di Abu Dhabi e che tutto sapeva e nulla tralasciava di confessare durante le proprie acrobazie sessuali a pagamento, alla constatazione che quasi tutte le catene alberghiere di gran lusso in Francia e in America vennero di fatto salvate, dopo il tracollo della Lehman Brothers, da una serie di geishe di alto bordo che, tra Dubai e Parigi passando per New York, hanno tenuto alto non solo l’onore sessuale di tanti uomini d’affari ma anche il loro soggiornare in suite a cinque stelle da mille e passa dollari a notte.

Poi, in sedicesimo, la prostituzione spicciola, affrancatasi dal dominio degli sfruttatori ormai riconvertiti al più redditizio traffico di esseri umani da Siria e Africa Sub-Sahariana, ha portato il benessere tra masse di disoccupati e diseredati che con l’arte più antica del mondo hanno trovato un mercato cheap in cui riciclarsi, oltretutto senza neanche pagare le tasse. Come pure avrebbe invece voluto il lungimirante leader della Lega Nord, Matteo Salvini, con la proposta di legalizzare e tassare il sesso a pagamento. Le sex workers, senza più sfruttatori, hanno lasciato il posto sicuro per rimettersi sul mercato. Da lavoratrici autonome. L’unico caso in cui le co.co.co…tte stanno meglio delle dipendenti. E il mercato nelle grandi città italiane come Roma e Milano è assai cambiato con l’avvento della crisi. E le prostitute si sono adeguate, spesso su base etnocentrica, a fornire il meglio a costi competitivi. Spiazzando le italiane che ancora si credono delle “filosofe”, che puntano sul presenzialismo televisivo per procurarsi clienti e che pensano di imporre tariffe che nemmeno più i cumenda della Brianza oggi sono in grado di pagare.

Il sesso a pagamento ormai è uno sport, uno sfogo fisico cui tutti attingono per dimenticare le frustrazioni ma che proprio per questo motivo ha visto moltiplicare l’offerta mentre la domanda è da deflazione. Un po’ come per il mercato immobiliare dopo le tasse messe dal Governo Monti. Ma se la prostituta d’alto bordo di cui parla Cresus nel su citato libro investiva in Borsa e grazie alle confidenze dello sceicco suo cliente riusciva a salvarsi dal tracollo della Lehman ed a disinvestire tutto alla vigilia del crac, avvertendo anche l’altro suo client banchiere di fare la stessa cosa e procurandogli enormi guadagni, le puttane della gente comune vengono piuttosto usate e incoraggiate per aiutare la polizia ad avere informazioni sommarie sui tanti avventori a pagamento del mondo arabo islamico. Che talvolta possono essere anche i famosi terroristi fai-da- te, del tutto alieni da una vita ascetica da Shahīd islamici prima di compiere l’atto estremo, come già dimostrano le storie individuali dei Mohamed Atta e di tutti gli autori sauditi dell’attentato alle Torri Gemelle.

Le puttane in Europa hanno bocche e orecchie oltre a organi sessuali, lati B e seni da esplorare e profanare. E quel che sentono riferiscono a chi di dovere in cambio di un occhio chiuso e talvolta di due. Come nel caso del Giubileo della misericordia a Roma, reso possibile a livello di sicurezza dal moltiplicarsi dell’offerta a pagamento, specie in zona Vaticano, per i tanti pellegrini che arrivano qui da noi. Sia quelli con buone sia quelli con cattive intenzioni. I prezzi ormai sono simili a quelli delle strutture alberghiere tipo bed and breakfast, dai 50 euro in su, ma raramente si superano i 100 se non per servizi e servizietti a domicilio. Le cinesi con i loro massaggi completi e lunghissimi spesso battono le altre perché forniscono a prezzi bassissimi il prodotto ideale per l’utilizzatore finale di prostitute: donna che parla poco e usa molto invece la bocca per altre pratiche. Ma sono anche quelle che danno le informazioni meno attendibili. E infatti le forze dell’ordine le “perseguitano”. Italiane e prostitute dell’Est, ormai completamente italianofone, sono quelle che invece danno informazioni più attendibili.

“Il fai da te” su base etnica è gestito da coppie o al massimo da mini cooperative di tre o quattro lavoratrici che affittano appartamenti e reperiscono clienti. Non basandosi più però sul vecchio classico annuncio su “Il Messaggero”, ma prediligendo i social network e il sito bakeka.it nel settore annunci. I clienti delle puttane occasionali si adescano su Facebook, Instagram, Twitter, Badoo e Periscope prevalentemente. E l’unico inconveniente sono le truffe: mai fidarsi di chi si vuole fare pagare prima sulla postepay e promette in cambio uno spogliarello, come mai fidarsi di quelle che si masturbano con il vibratore su Skype e invitano l’allupato e ignaro avventore a spogliarsi nudo ed a masturbarsi dall’altra parte del tablet: il rischio è di essere fotografati e ricattati da organizzazioni generalmente dell’Est che poi spediscono foto e filmati a tutti i contatti della rubrica telefonica o del profilo Facebook opportunamente piratati.

La trattativa tra prostituta e cliente spesso va avanti come una normale conoscenza su un sito per incontri, ma quando la ragazza che ha messo foto che non lasciano nulla all’immaginazione si palesa alla fine come “una di quelle…”, il cliente tutto può fare tranne che dichiararsi “stupito”. Un po’ un gioco di ruolo e anche delle parti. Quando si arriva al “dunque” tante improvvisate prostitute si sentono un po’ timorose dal fare l’ultimo passo, quello che le porterà alla conoscenza del cliente, che a propria volta fa di tutto per dissimulare la propria vera identità. Spesso anche di genere.

Generalmente le transazioni vanno tutte a buon fine, anche se rimane quasi sempre un grande divario tra la persona che poi prima o poi si incontra e quella che si era promessa su Badoo per l’adescamento. Ma, come si dice, chi si accontenta gode. E in tempi di crisi questo proverbio diventa la regola dall’una e dall’altra parte. In questo momento però sono i clienti ad avere il coltello e non solo quello dalla parte del manico. Le torme di improvvisate casalinghe o “studentesse” in foia vera o simulata, che in realtà uniscono l’utile al dilettevole, devono al contrario imparare a gestire una situazione e un corpo che, come per i calciatori, non rimane integro all’infinito e non trova più mercato dopo una certa età.

Resta la consolazione che la cosa, presa con la giusta filosofia, presenta gli enormi vantaggi di un lavoro tendenzialmente autonomo e senza condizionamenti esterni se ci si sa muovere bene. In fondo anche i calciatori sono strapagati per giocare al calcio. Mentre le puttane di tutto il mondo divertendosi con quel che loro riesce meglio un bel gruzzoletto intorno ai 40 anni possono davvero averlo messo da parte. E oltre ad aver avuto un ruolo sociale nel consolare la gente sola (cioè la massa, di questi tempi), nell’aver evitato il fallimento delle catene alberghiere di lusso nel post crisi Lehman e subprime, nonché nell’avere svolto un ruolo di intelligence nella lotta al terrorismo jihadista islamico, le tante peripatetiche che cavalcano su Internet e dintorni potranno sempre dire di avere fatto per lavoro ciò che a moltissime donne piacerebbe fare nella vita di tutti i giorni, anche gratis. Sesso e volentieri.

@buffadimitri

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:35