Ildegarda di Bingen, il pensiero e l’azione

“Santa Ildegarda di Bingen, dottore della Chiesa”

La vita e l’azione

Ildegarda di Bingen (1098-1179) nasce a Bermersheim vor der Höhe (Assia Renana) da una famiglia feudale, aristocratica e potente. Ildegarda, decima e ultima figlia del nobile Ildelberto di Bermersheim e di sua moglie Matilda (il nome Ildegarda significa protettrice delle battaglie). La sua famiglia la destina alla vita religiosa. Nel 1106, a otto anni, vive in un convento femminile di clausura di Disibodenberg presso Bingen. Jutta “l’educò accuratamente all’umiltà e all’innocenza, la iniziò ai canti di David e le insegnò i salmi”, scrive Goffredo, il primo biografo di Ildegarda. Oltre a Jutta, Ildegarda ebbe un altro maestro, il monaco Volmar, assistente spirituale della clausura, ed in seguito suo primo segretario; possiamo immaginare che fu lui a contribuire alla sua formazione, insegnandole le arti liberali che erano parte del patrimonio culturale dei monaci di quel tempo.

Monaca benedettina: un ordine dove esiste il forte legame fra pensiero e azione. È la prima predicatrice femminile all’esterno di un monastero benedettino. A quaranta anni ha una visione che la esorta a rettificare gli errori della Chiesa e chiede consiglio a Bernardo di Chiaravalle che la incoraggia ad una ricerca profonda, con la protezione del Papa Eugenio III. Le visioni sono una costante dalla tenera età. All’età di quarantadue anni nel 1136 succede a Jutta Sponheim come badessa.

Fonda due monasteri: Rupertsberg nel 1150 nei pressi di Bingen, e Eibingen, oltre il Reno. Dotata di un carattere energico; esercita la sua attività non solo nel silenzio del monastero, ma anche in lunghe peregrinazioni attraverso città, paesi e istituti religiosi, mirando alla riforma morale del clero, dei monaci e del popolo cristiano. Nell’arco di una dozzina di anni, tra la fine del 1159 e il 1170, compie quattro viaggi pastorali, predicando nelle cattedrali di Colonia, Treviri, Liegi, Magonza, Metz e Werden. Vescovi e abati, re e principi entrano in corrispondenza epistolare con lei e ne sollecitano i consigli.

Studia sui testi dell’enciclopedismo medievale: San Dionigi l’Areopagita e Sant’Agostino. Inizia a parlare e a scrivere delle sue visioni (che definiva visioni non del cuore o della mente, ma dell’anima) intorno al 1136, quando aveva ormai quasi quarant’anni. È stata una religiosa, mistica, scrittrice, musicista, cosmologa, artista, drammaturga, guaritrice, linguista, naturalista, filosofa, poetessa, consigliera politica, profetessa e compositrice e infine esorcista!

A conferma del suo carattere coraggioso e deciso, negli ultimi anni di vita concede sepoltura ad un giovane scomunicato nel terreno del suo convento. Quando il vescovo di Magonza le impone di dissotterrarlo pena l’interdizione ma lei si rifiuta. Per questa decisione, le viene impedito di ricevere i sacramenti e proibito di cantare. In una lunga e coraggiosa lettera si rivolge al clero di Magonza per la revoca dell’interdetto (cosa che avverrà solo a pochi mesi dalla sua morte). Invita i prelati a considerare il danno che arreca tale decisione e, descrivendo – tra l’altro – con forte passione il ruolo che la musica svolge nella vita spirituale cristiana.

È seppellita nel monastero di Rupertsberg, dove le viene dedicato un ricco mausoleo. Molti calendari la ricordano il 17 settembre, giorno della sua morte che, secondo la leggenda devozionale, le sarebbe stata predetta in una delle sue ultime visioni. Ildegarda di Bingen diviene santa e canonizzata nel 2012, con il sostegno di Papa Benedetto XVI. Papa Benedetto XVI la nominerà “dottore della Chiesa”. Ma è la prima in ordine cronologico.

Aggiornato il 23 giugno 2022 alle ore 12:09