Visioni. “Licorice Pizza”, un furbo e raffinato esercizio di stile

Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, a dispetto delle critiche osannanti, lascia interdetti. È un furbo e raffinato esercizio di stile firmato dal celebrato autore statunitense. Un’opera che trasmette un sentimento ondivago di stupore misto a torpore. Il film narra una storia d’amore impossibile tra il quindicenne Gary Valentine (in realtà, il 18enne talentuoso e supponente Cooper Hoffman, figlio del grande Philip Seymour) e la venticinquenne Alana Kane (in realtà, una 30enne boriosa e sboccata Alana Haim). Nonostante le tre candidature agli Oscar 2022 (per il miglior film, regista e sceneggiatura originale), il lungometraggio non ha ricevuto alcuna statuetta. Distribuita nelle sale italiane da Eagle Pictures dal marzo di quest’anno, la pellicola è approdata da poco su Amazon Prime Video. L’iniziazione alla vita e all’amore di Gary si consuma nella San Fernando Valley degli anni Settanta. Alana e Gary sono i protagonisti di avventure bizzarre e situazioni al limite del grottesco. La differenza d’età tra i due c’è e si vede. E, soprattutto, si nota.

Lei lavora come assistente fotografa e sta cercando di definire il proprio profilo. Lui è un giovanissimo attore intraprendente quanto goffo, in piena tempesta ormonale. Gary vuole, assolutamente, conquistare la ragazza. Per queste ragioni, la convince a seguirlo a New York, per partecipare a un’apparizione collettiva in tivù. Al ritorno in California, entrambi decidono di prendersi una pausa. In realtà, non si separeranno più. Gary, abbandonata la recitazione, s’inventa imprenditore di materassi ad acqua. Alana, d’altro canto, si avvia verso la carriera d’attrice, salvo restare folgorata da un’improvvisa passione per la politica. Una storia di affinità elettive che si dipana tra vicende singolari e incontri bislacchi: come la conoscenza dell’attore in declino Jack Holden (un compiaciuto Sean Penn) o lo scontro con l’ex parrucchiere, poi produttore di Hollywood, Jon Peters (un logorroico Bradley Cooper), compagno di Barbra Streisand.

“Licorice Pizza” è il nome di un negozio californiano di vinili. Il titolo è un gioco di parole che richiama la forma simile a una “pizza di liquirizia” dei dischi. La ricostruzione disincantata di un’austera America anni Settanta popolata da ragazzi, è quella di un Paese inquieto che vive, con gioiosa rassegnazione, un’eterna adolescenza. Non a caso, gli adulti sono assenti o vengono messi ferocemente alla berlina. Un fatto è certo: la struttura narrativa soffre della sua evidente frammentarietà. Il film vive di qualche rara accelerazione, a dispetto di una predominante andatura soporifera. I due attori principali, per quanto si sforzino di apparire ora teneri ora determinati, risultano fortemente odiosi. L’umorale Alana Haim offre un’interpretazione di sicuro carattere. Ma si tratta di un brutto carattere. Cooper Hoffman, nonostante si mostri spavaldo, rappresenta lo stereotipo dell’adolescente che si atteggia a fare l’innamorato, pur mostrando più interesse per il commercio dei flipper che per una relazione romantica. Paul Thomas Anderson gira un film di carico ricordi improbabili ed episodi stravaganti. Il suo montaggio non è lineare perché segue un’andatura emotiva. Il regista è interessato a rievocare, non a raccontare.

Aggiornato il 03 dicembre 2022 alle ore 12:51