Sanremo: tutto il meglio (ma soprattutto il peggio) della seconda serata

Tra ricadute a petto d’angelo nel trash dei Sanremo anni Novanta e momenti di commozione più o meno forzata, ecco il meglio e il peggio della seconda serata del Festival.

Giorgia: che Giorgia, oltre ad essere l’interprete strepitosa che tutti sappiamo, fosse anche simpatica al limite del comico, si era capito in altre occasioni. E, in veste di co-conduttrice della seconda serata rianima quasi da sola uno spettacolo che, dopo l’esibizione a sfinimento di tutti i cantanti in gara nella serata di esordio, rischiava di non avere nulla da dire. Aderisce al look maitresse inaugurato da Annalisa – un frac con gambe nude e stivaloni prima e un vestito Dior di perline che non copre niente poi, e a perpetrare l’equivoco è la ricerca insistente della “mia borsetta” – e confessa di superare l’emozione del palco ricorrendo a “un goccio di bollicine”. Apre la serata con un’interpretazione delle sue di “E poi”, brano che compie 30 anni e viene festeggiata con torta e candelina sul palco, e già lì non ce n’è più per gli umani cantanti in gara che dovranno esibirsi a seguire. I brividi si ripeteranno a metà serata con il medley delle sue canzoni più famose. Non si risparmia su niente: i rimpianti di quando ha rifiutato l’invito a cantare a un concerto tributo di Michael Jackson, per paura del viaggio in aereo, e di quando ha detto no a un duetto con Michael Bublè, non ricorda nemmeno bene perché. Fenomeno come è omaggia umilmente coriste e colleghe, si inchina alla Mannoia, duetta con Ama e ospiti con tempi comici perfetti. Facciamo che il prossimo anno il Festival lo presenta lei? Voto: 9 e ½.

Dargen D’Amico/Diodato: il secondo introduce l’esibizione del primo, secondo lo schema della seconda serata (che si ripeterà alla terza) e non resiste a complimentarsi col collega per il messaggio sociale del suo brano Onda alta e per aver lanciato – la prima sera – un appello per il cessate il fuoco a Gaza. Dargen ribatte: “Quando ho sentito ‘politico’ vicino a me mi sono preoccupato. Io ho fatto tante cazzate, ho commesso tanti peccati anche gravi ma mai ho pensato di avvicinarmi alla politica”. E Diodato: “Io ti ho sentito solo umano”. Qualcuno che ha il coraggio di prendere posizione, vivaddio. Voto a entrambi: 10.

Giovanni Allevi: il celebre pianista torna al pubblico dopo due anni di fermo a causa del mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo, che lo ha colpito. Si esibisce in un monologo sulla malattia, il ritorno, la forza della musica e della vita. “All’improvviso è crollato tutto. Il dolore alla schiena era talmente forte a Vienna che non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. Non sapevo di essere malato. Poi la diagnosi, fortissima. Ho avuto la sensazione di avere 39 febbre per un anno intero. Ho perso i capelli ma non la speranza. Il dolore mi ha portato inaspettati doni: anni fa durante un concerto ho notato una poltrona vuota, mi sono sentito mancare. Agli inizi suonavo per 15 persone ed ero felicissimo. Dopo la malattia non so cosa darei per suonare davanti a 15 persone. I numeri non contano. Ogni individuo è unico irripetibile e a suo modo infinito. Un altro dono. La gratitudine verso la bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti dall’ospedale, rosso alba è diverso dal rosso del tramonto”. Poi si rimette al piano e suona “Tomorrow” con mani tremanti. Tanta tristezza – superata solo dalla successiva apparizione di John Travolta di cui si dirà – ma soprattutto speranza e amore per la vita. Voto: 8.

John Travolta: la calata del (dopo ieri ex) mito del cinema mondiale nel suo Paese di origine si può riassumere coi seguenti concetti: imbarazzo, disagio, umiliazione, ridicolo e vergogna. Si parte con Travolta costretto a duettare con Amadeus sul palco dell’Ariston nei balli più famosi dei suoi mitici film – salvo che gli sbagliano la canzone di Grease – e già dalla faccia ingrugnata e dal poco impegno nella danza si capisce quanta poca voglia abbia la star di stare lì. Ma la vera discesa agli inferi è quando l’improbabile coppia esce dal teatro. All’esterno li attende un Fiorello esagitato che si esibisce in una umiliante imitazione di Travolta nel celebre balletto della Febbre del sabato sera. Poi la mazzata: Fiore e Ama si calano in testa un cappello col becco da papera e ne ficcano anche uno all’attore, quindi lo obbligano a un Ballo del qua qua per il quale non è dato a trovare definizioni sufficientemente calzanti all’imbarazzo generale che ne scaturisce. Travolta si strappa pure il ridicolo copricapo e lo scaraventa a terra. Il siparietto termina con il trio senza parole e con gli sguardi persi. La domanda che tutti si pongono oggi, superato a stento lo shock, è: perché l’ha fatto? Soldi? Ma dovevano essere proprio tanti?! Si mormora che Travolta abbia incassato una milionata di euro dal brand di scarpe – da ginnastica, bianche, inadeguate all’abito – che indossava. Quel che è certo è che i video dell’orrore sono spariti stamattina da RaiPlay (pare che Travolta non abbia dato la liberatoria) e che un mito è caduto. Voto: 1 alla memoria.

Amadeus/Fiorello: nelle sue precedenti edizioni del Festival aveva decretato la fine della pratica del superospite straniero che veniva a prendere soldi e non faceva niente. Ieri sera Ama si è rimangiato tutto e ha raschiato il fondo con la patetica performance con John Travolta di cui sopra. Hai un personaggio come lui e non gli fai due domande ma lo costringi alla pagliacciata dei balletti di 40 anni fa?! Lo fai aspettare mentre ti allacci le scarpe?! Fiorello, poi, che infierisce senza pietà contro un uomo di 70 anni che ha passato di tutto, scrivendo una delle pagine più trash non solo del Festival, ma della televisione italiana. Ma perché?! Voto per entrambi: 0.

Il cast di Mare Fuori: i bravissimi giovani attori recitano un testo di Matteo Bussola sulle nuove parole dell’amore: Ascolta, accogli, accetta, impara, verità, accanto e no. Il tema è quello dell’incapacità ad accettare il rifiuto e il distacco, del possesso che genera violenza. Questi ragazzi hanno un seguito impressionante sui social tra i giovanissimi. Possono fare più loro di tante prediche di genitori e insegnanti. Voto: 10.

Leo Gassman: uno che nella vita se l’è dovuta faticare (ahahaha), dopo aver avuto la strada spianata nella musica, è stato casualmente scelto tra mille per esordire come attore in prima serata su Rai 1 in una miniserie sulla vita di Franco Califano. E già questo griderebbe vendetta. Non pago, ci infligge una versione di “Tutto il resto è noia” che sembra una parodia del Califfo e stona pure. Voto: 2.

La Top 5 della serata: il voto combinato della giuria delle radio e dal televoto decreta: primo Geolier (e il figlio di Amadeus esulta dalla prima fila della platea, come probabilmente tanti ragazzini a casa). A seguire Irama, Annalisa, Loredana Bertè e infine Mahmood. I migliori sono avanti ma i giochi aperti, c’è suspence. Voto: 8.

Aggiornato il 08 febbraio 2024 alle ore 13:35