Visioni. “The Holdovers”, un esemplare racconto di formazione

Alexander Payne, con The Holdovers – Lezioni di vita, realizza il suo miglior film. Caustico, coraggioso, pieno di battute memorabili. Mette in scena un racconto di formazione ambientato nell’America sconvolta dalla tragedia del Vietnam. Il rigoroso Paul Hunham (lo strepitoso Paul Giamatti) insegna Storia antica in una scuola superiore del New England. È disprezzato sia dagli studenti che dai docenti. E, soprattutto, dal preside, il borioso dottor Hardy Woodrup (un puntuale Andrew Garman). Hunham, durante le feste natalizie del 1970, deve seguire cinque allievi che non possono tornare a casa per le vacanze. È la punizione per aver bocciato uno studente di alto profilo, il cui padre ha da poco finanziato il rinnovamento della palestra scolastica. Una serie di circostanze sfortunate lo costringono a condividere il Natale solo con uno di loro, lo strafottente Angus Tully (il bravo esordiente Dominic Sessa), intelligente ma incostante. Nella scuola resta anche la cuoca Mary Lamb (la magnifica Da’Vine Joy Randolph), una donna che ha appena perso il figlio in guerra. Fra i tre si crea un rapporto speciale.

Payne, due volte Premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale (Sideways. In viaggio con Jack, 2005; Paradiso amaroThe Descendants, 2012), si conferma un cineasta dal respiro autoriale. Il titolo del suo nono film è dedicato alle persone “lasciate indietro”. Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival 2023 e distribuito in alcune vendite statunitensi a partire dal 27 ottobre 2023, per poi essere distribuito in tutto il Nord America dal 10 novembre, mentre in Italia è stato presentato al Torino Film Festival e distribuito dal 18 gennaio 2024, grazie alla Universal. Paul Giamatti e Da’Vine Joy Randolph sono stati premiati con il Golden Globe (rispettivamente, Miglior attore in un film commedia o musicale e Migliore attrice non protagonista). The Holdovers ha ricevuto, inoltre, cinque candidature agli Oscar 2024 (Miglior film; Miglior attore a Paul Giamatti; Miglior attrice non protagonista a Da’Vine Joy Randolph; Migliore sceneggiatura originale a David Hemingson; Miglior montaggio a Kevin Tent).

Il film è dichiaratamente debitore del cinema di Hal Ashby e Peter Bogdanovich. La prima versione del copione era ambientata in una scuola degli anni Ottanta, ma Payne ha subito chiarito di avere una storia molto precisa in mente, che doveva svolgersi esattamente dieci anni prima. Paul Giamatti conferisce al proprio personaggio una sincera inadeguatezza fisica che contrasta con la propria dirittura morale, etica, politica. Dominic Sessa interpreta con un’adesione totale il tormentato Angus. Da’Vine Joy Randolph attribuisce alla sua Mary ironia e smarrimento. Il regista, con lucida osservazione, mette in mostra le frequenti disfunzionalità della famiglia. La sua è una grande lezione di cinema. The Holdovers è un film drammatico che riesce a tenere insieme il tono comico e quello tragico. Un lungometraggio orgogliosamente fuori moda. In un panorama coevo ossessionato dal superomismo fumettistico, ambisce a diventare, immediatamente, un classico del cinema. Il regista firma un quadro realistico e drammaticamente convincente di un’umanità dolente capace di sottrarsi al compromesso.

Aggiornato il 10 febbraio 2024 alle ore 14:09