La fiducia delle imprese è in lieve risalita. Anche se i consumi registrano il -15 per cento. Le vendite italiane tengono nei farmaceutici, meno negli alimentari, dimezzate in autoveicoli e abbigliamento. “Siamo all’inizio del trimestre, il terzo – scrive il Centro studi di Confindustria – che farà registrare una variazione positiva del Pil italiano, dopo il minimo della recessione nel secondo. I dati sull’andamento a luglio sono pochi, ma una risalita è stata a fatica avviata a maggio-giugno. Tuttavia, è stata parziale e i rischi che si affievolisca sono alti, lasciando l’attività su livelli compressi. Il freno post-lockdown è la domanda che resta bassa”. Il Centro studi evidenzia che “la produzione industriale a giugno ha registrato appena un +3,9 per cento, dopo il buon recupero di maggio (e il -43,1 per cento a marzo-aprile): il numero cui guardare è il -16,9 per cento dai livelli pre-Covid, ricordando che i dati recenti potranno essere rivisti fortemente per ragioni tecniche. Il Pmi (Purchasing Managers Index) continua a indicare a giugno che, nonostante la possibilità di riapertura ormai completa, la risalita resta parziale sia nell’industria (47,5) che nei servizi (46,4)”.

Quanto alla domanda il Centro studi di Confindustria spiega che “a luglio la fiducia dei consumatori ha perso terreno e resta molto bassa; nonostante un rimbalzo, i consumi sono al -15 per cento annuo a giugno (stime Confcommercio). Si registra invece una “parziale la risalita della fiducia delle imprese; i giudizi sulle condizioni per investire restano negativi nel 2° trimestre, pur meno sfavorevoli; le attese sugli investimenti indicano ulteriore calo (Banca d’Italia)”. L’export di beni è ripartito a maggio (+34,6 per cento), ma ancora molto sotto i livelli pre-Covid (-26,1 per cento). Le vendite italiane hanno recuperato rispetto a quelle di Germania e Stati Uniti. Tengono nei farmaceutici, meno negli alimentari, sono quasi dimezzate in autoveicoli e abbigliamento. Molto deboli i principali mercati. Un graduale miglioramento è segnalato dagli ordini esteri del Pmi (44,5 a giugno). Anche il mercato del lavoro resta debole: “a maggio gli occupati sono calati ancora (-84mila), ma la ricerca attiva di lavoro ha iniziato a risalire (+307mila), buon segnale in prospettiva. Ci si attende per gli occupati ulteriore discesa ma l’ampio ricorso alla Cig continuerà a salvaguardare posti di lavoro, aggiustando le ore lavorate”. Dal canto suo la Consob condivide l’analisi di Confindustria.

La Consob in un rapporto dedicato all’impatto del Covid-19 sul sistema finanziario italiano sostiene che i rischi per l’economia dovuti al Coronavirus “rimangono fortemente al ribasso” perché “la pandemia non è stata ancora superata e la convivenza con il virus continuerà a generare ripercussioni economiche e sociali più o meno accentuate a seconda della capacità dei paesi colpiti di circoscrivere prontamente i nuovi focolai di infezione e in funzione della ampiezza e della tempestività delle misure di bilancio e di politica monetaria”. Non fa eccezione l’Italia, colpita quando il Paese “era già in una fase di rallentamento della crescita, che da anni rimane inferiore a quella delle maggiori economie avanzate,” e che sconta “squilibri preesistenti nelle finanze pubbliche” che “costituiscono un vincolo alle misure di contrasto alla crisi”.

Aggiornato il 24 luglio 2020 alle ore 15:23