La previdenza del futuro è complementare

Gli analisti finanziari e gli intermediari assicurativi sono a conoscenza dell’età anagrafica, oltre la quale scatta quella preoccupazione per il proprio futuro pensionistico. L’età media individuata è intorno ai quarantacinque anni. Prima di tale età, difficilmente si pensa a come incasellare e calcolare la propria età contributiva per fini pensionistici. L’attuale sistema pensionistico italiano si fonda su un patto tra generazioni, secondo cui le attuali pensioni vengono pagate con i contributi dei lavoratori attivi, le cui pensioni saranno poi pagate con i contributi dei giovani che entreranno nel mondo del lavoro nell’epoca successiva. Negli ultimi decenni, a causa dell’invecchiamento della popolazione, del calo delle nascite e delle varie crisi economiche e finanziarie sono cambiati gli obiettivi fiscali e previdenziali, con l’obiettivo di contenere la spesa. Una serie di riforme non risolutive che hanno visto l’aumento dell’età pensionabile e una pensione meno generosa, frutto del metodo di calcolo contributivo. Con tale approccio si calcola la pensione, moltiplicando i contributi versati dal lavoratore nella sua vita lavorativa rivalutati annualmente in regime d’interesse composto per il cosiddetto coefficiente di trasformazione, che tiene conto sia dell’età del lavoratore al momento del pensionamento sia dell’aspettativa di vita. Con questo sistema più si versa a lungo e maggiore sarà la pensione che si andrà a percepire.

Per il futuro dei molti giovani di oggi, soprattutto per le partite Iva e per i liberi professionisti, la previdenza complementare diventa l’unica alternativa valida per poter pensare al proprio futuro con serenità e sicurezza. Attualmente, il livello di stress che gli enti previdenziali stanno sperimentando è significativo. Secondo una ricerca di Moneyfarm-Progetica, solo 23 italiani su 100 stanno mettendo da parte dei risparmi per integrare la propria pensione. Sono ancora poche le persone che decidono di versare somme in previdenza integrativa. Numeri che necessitano di attenzione e analisi. Le recenti indagini sull’alfabetizzazione finanziaria, condotte dall’Ocse sui Paesi membri dell’organizzazione, hanno evidenziato che molte persone, spesso appartenenti ai gruppi più vulnerabili, mancano delle conoscenze finanziarie di base e non sono preparate a prendere decisioni razionali sul proprio futuro. Costruirsi una posizione previdenziale fatta non solo dei contributi obbligatori ma anche di risparmio previdenziale, da avviare appena possibile, curare e far crescere nel tempo appare l’unica soluzione alle conseguenze del domani per gli imprenditori, i liberi professionisti e le partite Iva. Tematiche da non rinviare nel corso del tempo, poiché prima si decide di intraprendere un percorso previdenziale privato prima si inizia a scrivere il proprio futuro pensionistico. Secondo quanto emerso dalla relazione Covip sui dati statistici della previdenza complementare, a giugno 2020 i fondi negoziali hanno perso l’1,1 per cento.

Non tutti i fondi pensione, però, hanno sottoperformato il mercato. I migliori fondi pensione aperti nel 2020 sembrano tutti di matrice conservativa-prudente. Questi fondi investono principalmente in obbligazioni internazionali emesse da emittenti di alta qualità. Questo risultato non sorprende più di tanto vista la volatilità dei listini azionari di tempi di incertezza, che ha disincentivato gli investitori istituzionali dal compiere scelte di portafoglio azzardate, a maggior ragione sui comparti per definizione più prudenti. Scegliere uno strumento di investimento e risparmio sembra la reazione migliore a un pronostico negativo, in cui le pensioni non saranno in grado di soddisfare le esigenze di vita ed è per questo che banche e compagnie assicurative hanno iniziato a proporre prodotti studiati su misura, come i fondi pensione. Tra gli esempi il Fondo Pensione AlMeglio di Alleanza che permette di percepire, una volta maturata l’età pensionabile, una rendita vitalizia da aggiungere alla pensione di base tradizionale. La somma erogata è quella maturata nel corso della cosiddetta fase di accumulo attraverso l’investimento nei mercati finanziari delle contribuzioni versate dall’assicurato.

Sostanzialmente, l’obiettivo della politica di investimento è quello di perseguire combinazioni rischio/rendimento efficienti in uno specifico arco temporale, e che sia coerente con quello delle prestazioni da erogare. Tali prestazioni devono permettere di massimizzare le risorse destinate alle prestazioni, esponendo gli aderenti a un livello di rischio accettabile. Inoltre, come riportato dal portale sull’educazione finanziaria del ministro dell’Economia e delle Finanze costruito in collaborazione con il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il ministero dello Sviluppo economico, i contributi che vengono versati al fondo sono deducibili dal reddito Irpef fino a 5.162 euro l’anno, quindi meno imposte sui redditi. Entro lo stesso limite si può portare in deduzione anche i versamenti effettuati a favore di familiari fiscalmente a carico. Con la crisi sanitaria, risulta ancora più importante valutare per tempo, tenendo conto dei bisogni personali e delle numerose famiglie italiane, la pensione del domani che consentirebbe di vivere con serenità l’età anziana dei giovani professionisti di oggi.

Aggiornato il 31 ottobre 2020 alle ore 11:56