Il coprifuoco dell’economia

Con una economia in crescente affanno, afflitta da un processo di riaperture di una lentezza esasperante, la nostra esistenza continua ad essere scandita dai bollettini quotidiani della guerra al Coronavirus. Un agente patogeno che viene indicato come il primo responsabile del crollo verticale del Pil, come se molte delle dissennate misure che restano ancora in vigore le abbia decise direttamente il quartier generale del Sars-Cov-2. Di fatto il sistema economico, già particolarmente afflitto da una vera e propria giungla di lacci e lacciuoli, ha perso gran parte della residuale dinamicità. Non bastava la pesantissima sovrastruttura di leggi e leggine, con l’arrivo del Covid-19, dipinta come la peste bubbonica, la vita di chi vuol fare impresa è divenuta un vero e proprio azzardo. Una ulteriore montagna di regole e protocolli antivirus sono stati aggiunti a quelli già in essere, mantenendo alta la nostra ben nota tradizione, secondo la quale “non c’è nulla di più definitivo del provvisorio”, così come disse il grande Giuseppe Prezzolini.

E meno male, per così dire, che abbiamo a che fare con un virus che colpisce essenzialmente i fragili, con un tasso di letalità che si avvicina sempre più a quello delle influenze più gravi, altrimenti non oso pensare a quali sistemi di salvaguardia si sarebbero elaborati per far lavorare le persone in “sicurezza”. Comunque sia, ci sono ancora interi settori economici – pensiamo al turismo, alla ristorazione e al grande comparto delle attività legate allo svago e allo sport – in grandissima sofferenza, letteralmente soffocati da una serie di divieti i quali, come ho avuto già modo di scrivere, sono più rigidi rispetto allo scorso anno, malgrado una prospettiva assolutamente migliore. Non fosse altro che per la presenza del vaccino.

In questo senso mi sembra doveroso esprimere, per l’ennesima volta, la nostra delusione per un premier, l’illustre Mario Draghi, che sembra aver posto in fondo alle sue priorità le ragioni della produzione, adottando una linea prudenziale delle buone intenzioni che potrebbe portarci molto rapidamente verso l’inferno del sottosviluppo. Nessuno si aspettava miracoli dopo la disastrosa gestione della pandemia del precedente Governo, ma neppure di trovarci in questo anticipo di estate ancora con il coprifuoco, le mascherine all’aperto e il pessimismo cosmico degli scienziati-stregoni televisivi, che ancora dettano legge alla politica.

 

Aggiornato il 28 maggio 2021 alle ore 09:31