Fisco: questa volta, per favore, facciamo sul serio

Giorno più o giorno meno, emendamento più o emendamento meno, ma salvo sorprese, dopo l’approvazione della Commissione europea, il varo della Legge di Bilancio dovrebbe essere ormai cosa fatta. E, di conseguenza, si può cominciare a guardare più in là. Al 2023, alle tante incertezze che ancora lo segnano ma anche alle iniziative che – dopo una legge di bilancio necessariamente allestita in fretta e in furia – la nuova maggioranza dovrà prendere se vuole – come certamente vuole – lasciare un qualche segno del proprio passaggio. E non a caso, quindi, il Governo ha annunciato per la metà del prossimo febbraio la presentazione del progetto di riforma complessiva del fisco.

Da quanto è dato sapere, la riforma prenderà le mosse dalla legge delega, poi decaduta, varata dal Governo precedente e oggetto di un ampio e approfondito lavoro istruttorio da parte delle Commissioni Finanze delle due Camere. Rispetto all’impianto previsto da quella ipotesi di riforma – per stare alle dichiarazioni del viceministro Maurizio Leo – la nuova proposta dovrebbe precisare i tanti aspetti sfumati della precedente e, sotto profili importanti, superarla ipotizzando per l’imposta personale – con la necessaria gradualità e nel rispetto degli equilibri di bilancio – “un sistema a tre aliquote”, senza escludere nel corso della legislatura anche ipotesi più radicali: “un meccanismo flat, che però rispetti la progressività con meccanismi di detrazioni e deduzioni, senza metterci in contrasto con la Carta Costituzionale”. Sarebbe confermato il definitivo superamento dell’Irap mentre ancora nessun orientamento sarebbe emerso circa le modalità del trattamento tributario dei nuclei familiari.

Che il Governo intenda mettere mano in tempi brevi alla riforma complessiva del sistema fiscale è cosa molto positiva. Il tema – l’IBL lo ha segnalato fino alla noia – è non solo rilevante ma anche urgente. Il sistema attuale è infatti ormai ingestibile ed incomprensibile. Fonte di inefficienza e di iniquità. Che il Governo intenda muoversi verso una revisione della struttura delle aliquote dell’imposta personale è altrettanto positivo: l’IBL – come si ricorderà – non ha mancato, già cinque anni fa, di avanzare proposte dettagliate e specifiche a questo proposito con il suo 25 per cento per tutti. Che il Governo si proponga una revisione complessiva del sistema è essenziale: i problemi – tanti – del sistema attuale sono in larga misura la conseguenza di interventi spot adottati sulla scorta dell’emergenza (politica, più che economica) e privi di una qualunque logica sistemica. L’esempio di quel che in materia fiscale – dove la trasparenza, la stabilità e la semplicità dovrebbero essere i principi di fondo – non si dovrebbe mai fare. Nel fisco si concretizza il rapporto fra Stato e cittadino. E di conseguenza è un processo, quello accennato dal Governo, che l’IBL – nei limiti delle sue possibilità – intende seguire da vicino eventualmente aggiornando il lavoro degli scorsi anni che, ad oggi, rimane l’unica compiuta e dettagliata ipotesi di riforma sul tavolo.

(*) Consigliere di Amministrazione dell’Istituto Bruno Leoni

Aggiornato il 19 dicembre 2022 alle ore 10:51