Energia sostenibile e cavi sottomarini: le nuove dinamiche energetiche del Marocco

Continua a sorprendere lo sviluppo economico innovativo e sostenibile del Regno del Marocco. Un nuovo progetto energetico sostenibile sorgerà nel Regno con la recente stipula di un accordo con la Energy China International Construction Group che ha stretto una partnership con una società marocchina e saudita per avviare un grande progetto energetico per la produzione e la diffusione di idrogeno verde in Marocco. Questo progetto, che sarà ubicato nel sud del Marocco, prevede la realizzazione anche di un impianto solare fotovoltaico con una capacità di due gigawatt e un progetto eolico con una capacità di quattro gigawatt. L’importante cooperazione industriale e scientifica tra la società saudita Ajlan Brothers e la società marocchina Gaia Energy prevede anche azioni di controllo e monitoraggio per il funzionamento e la manutenzione degli impianti dopo il loro completamento. Il Regno del Marocco sta pensando anche alla distribuzione energetica e alle opportunità di cooperazione energetica con il continente europeo. La società energetica britannica Octopus investirà 25 milioni di sterline nella fase di sviluppo di un gigantesco cavo sottomarino per il trasporto energetico. Inoltre, anche un secondo finanziamento, dell’importo di 5 milioni di sterline, è stato mobilitato dalla società britannica Octopus Energy Group. Grazie alla nuova cooperazione economica, saranno prodotti e diffusi quattro cavi sottomarini per una lunghezza totale di 3.800 chilometri. Il governo del Regno Unito ha istituito un team dedicato per lavorare con i protagonisti del progetto e comprendere le potenzialità evidenziate per contribuire alla sicurezza energetica del Regno. L’elettricità sarà generata nella zona sahariana del Marocco e precisamente nella regione di Guelmim Oued Noun da un’installazione di 10,5 Gw di parchi solari ed eolici, supportati da 20 Gwh/5 Gw di accumulatori a batteria. L’impianto sarà collegato alla rete elettrica del Regno Unito nel Devon, nel sud-ovest dell’Inghilterra, tramite quattro cavi Hvdc sottomarini da 3.800 km, che saranno prodotti nel Regno Unito.

Nel nostro Mediterraneo e nelle acque europee, quella devi cavi sottomarini diventa una tematica sempre più importante per la diffusione dell’energia e delle telecomunicazioni. Una questione anche di sicurezza internazionale e Difesa. Connessioni che oltrepassano le distanze e le barriere fisiche per trasportare elettricità da una stazione elettrica all’altra, invisibili, sotto il livello del mare: servono i cavi elettrici sottomarini per lo sviluppo energetico e delle telecomunicazioni. Si tratta di infrastrutture lunghe decine, centinaia di chilometri, che permettono lo scambio di energia tra diverse zone del mercato elettrico, e non solo. Tali infrastrutture energetiche si aggiungono alle linee aeree e a quelle interrate per quanto riguarda il trasporto dell’elettricità, e possono servire per collegare due sponde della terraferma anche molto lontane tra loro, che altrimenti non avrebbero punti di contatto. La lunghezza del tracciato impatta direttamente sulla durata delle operazioni di posa per cui, statisticamente, servono una ventina di giorni in media per ciascuna campagna di posa. La “partenza” delle fasi di posa avviene inevitabilmente agli approdi. Tale fase, tra le più delicate nel processo, consiste nel far arrivare l’estremità del cavo dalla nave alla terra ferma, attraverso il supporto di sommozzatori che agevolano l’ingresso del cavo all’interno di tubazioni già installate agli approdi. Questi collegamenti consentono di fornire energia elettrica in maniera efficiente, costante e affidabile, adottando quindi una soluzione eco-sostenibile. Si tratta inoltre di una soluzione economicamente più vantaggiosa in quanto l’energia elettrica proveniente dai collegamenti sottomarini è meno costosa di quella generata da gasolio.

Aggiornato il 09 maggio 2023 alle ore 09:39