I tassi d’interesse sui mutui della Bce e la preoccupazione per le piccole imprese

Nell’ambito delle recenti notizie sulle politiche monetarie, la Banca centrale europea (Bce) ha un ruolo cruciale nel determinare i tassi di interesse nell’eurozona.

Recentemente, la Bce ha rilanciato l’idea di un ulteriore aumento dei tassi di interesse. Questa decisione ha già innescato conseguenze significative per i mutuatari, in particolare per coloro che hanno mutui a tasso variabile. Nel corso della conferenza stampa successiva al meeting di giugno, la presidente del Consiglio direttivo della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che le prospettive sull’inflazione sono ancora troppo alte. I rischi al rialzo sull’inflazione includono un nuovo aumento dei prezzi dell’energia e un progressivo aumento dei salariali e dei nuovi contratti. Da qui l’annuncio di un probabile rialzo a luglio. Tali dinamiche daranno vita ad importanti problematiche per le piccole imprese, i risparmiatori e le famiglie italiane. Nel tentativo di comprendere l’opinione della rappresentanza delle Piccole e medie imprese, intervistiamo Biagio Cefalo, presidente nazionale della Confederazione Imprese Italia, che svolge anche il ruolo di Rappresentante d’interesse della Confederazione presso la Camera dei deputati.

La presidente Lagarde ha precisato che la Bce non seguirà la Federal Reserve nella pausa nel percorso dei rialzi d’interesse. Cosa accadrà?

Parlando del tasso finale al quale potrebbero poi arrivare i tassi di interesse, Lagarde si è mostrata timorosa per le pressioni salariali che stanno diventando una fonte di inflazione sempre più importante. “Quale sarà il tasso finale lo capiremo quando ci arriveremo perché non è questo che sta guidando le nostre previsioni. Ciò che sta guidando il nostro percorso è sempre l’obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Il lavoro e i salari sono due elementi di preoccupazione”, ha dichiarato la presidente. Una situazione che allarma le nostre imprese, soprattutto quelle piccole, legate da sempre a logiche di risparmio e d’investimento in ambito familiare. Tali dinamiche stanno innescando un meccanismo pericoloso per le imprese e le famiglie e bisogna intervenire laddove possibile, rilanciando anche un’attenzione istituzionale sulla tematica che al momento manca.

La presidente del Consiglio direttivo Christine Lagarde ha ribadito che le prospettive sull’inflazione sono ancora troppo alte per l’area europea. Cosa dire alle imprese?

Un aumento dei tassi di interesse può avere un impatto più ampio sull’economia e sul mercato immobiliare. Le rate dei mutui più elevate potrebbero scoraggiare la domanda di acquisto di case, poiché i potenziali acquirenti potrebbero ritenere più difficile ottenere un mutuo o preferire aspettare un periodo di maggiore stabilità economica. Ciò potrebbe comportare una diminuzione della domanda e, di conseguenza, un rallentamento del mercato immobiliare. D’altra parte, un rallentamento del mercato immobiliare potrebbe portare a un rallentamento più ampio dell’economia, influenzando importanti settori correlati come l’edilizia, l’architettura e l’arredamento. Una tragedia per quelle piccole realtà legate all’eccellenza italiana e all’artigianato, tipicità della nostra economia nazionale.

Cosa proponete alle istituzioni italiane e alle altre categorie di rappresentanza d’impresa?

Diviene importante che i mutuatari valutino attentamente il proprio budget e si preparino ad affrontare gli eventuali aumenti delle rate. Allo stesso tempo, gli operatori del mercato immobiliare dovranno monitorare attentamente gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse sulla domanda e sull’offerta di abitazioni. Come Confederazione Imprese Italia stiamo lavorando per chiedere l’immediata istituzione di un tavolo istituzionale per affrontare la grave situazione in cui versano imprese e famiglie, relativamente agli interessi sui mutui.

Aggiornato il 23 giugno 2023 alle ore 13:02