Il tramonto del Superbonus

Il Superbonus, nato in piena emergenza Covid per poter consentire il miglioramento energetico di costruzioni e infrastrutture, è giunto al capolinea. A seguito della discussione del disegno di legge di Bilancio 2024 avvenuta nei giorni scorsi, il Governo conferma la preannunciata posizione di non riconoscere alcuno spazio, sia temporale che economico, al Superbonus nella sua versione con aliquota al 110 per cento. Tutti gli emendamenti volti a concedere una proroga, almeno per i condomini, che avevano già raggiunto una determinata percentuale di avanzamento dei lavori (30/60/70 per cento) sono stati respinti. Ma a essere aperti ci sono più di 30mila cantieri e il numero dei cittadini coinvolti è considerevole. Infatti, non si può negare come i 13 miliardi per lavori, non ancora completati, spaventino anche il Ministero dell’Economia, pure in termini di esplosione del conseguente contenzioso.

Per questa ragione, il Governo sta ancora studiando una mossa che possa, da un lato, arginare le conseguenze in termini di spesa dell’agevolazione del 110 per cento e dall’altro fornire una risposta sociale. Tra le possibilità oggetto di discussione c’è quella del Sal (Stato avanzamento lavori) straordinario, che renderebbe possibile la comunicazione della percentuale residua dei lavori da completare entro i primi giorni del 2024, in modo da usufruire dei vantaggi previsti dal Superbonus 110 per cento senza limitazioni. Un’operazione che consentirebbe, inoltre, di mantenere nel 2023 circa due miliardi di spese, così da non incidere sui saldi di bilancio del 2024.

La sede normativa, tuttavia, non potrà essere la nuova legge di Bilancio, ma probabilmente un decreto che potrebbe approdare in Consiglio dei ministri in parallelo al Milleproroghe. L’altra ipotesi è quella di una proroga breve di tre mesi, fino alla fine di marzo del 2024, con un avanzamento dei lavori che deve essere almeno del 60 per cento. È proprio il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, a ipotizzare un rinvio di tre mesi, insistendo per una norma “tecnica”, che “non sia onerosa”. A ogni modo il maxi-incentivo edilizio giunge al termine. A partire dal primo gennaio, l’agevolazione scenderà al 70 per cento calando ulteriormente al 65 per cento nel 2025, e gli aiuti saranno solo in favore dei condomini. A rimanere attiva sarà, per tutto il 2024, la detrazione al 50 per cento per le spese fino a 60mila euro con riguardo alla sostituzione di serramenti e infissi, schermature solari o caldaie a biomassa. Mentre sarà prorogato per tutto il 2024 il Sismabonus per le spese inerenti alla messa in sicurezza antisismica. Il tema, a ogni modo, resta acceso e le forze politiche dovranno necessariamente bilanciare le esigenze di responsabilità fiscale e di sostegno sia ai cittadini che alle imprese. Non resta che attendere la fine dell’anno per conoscere la decisione della commissione Bilancio e le azioni del Governo.

Aggiornato il 23 dicembre 2023 alle ore 11:27