Quale futuro per la distribuzione elettrica?

Nel 2030 scadranno le attuali concessioni per la gestione delle reti di distribuzione elettrica. La legge prevede che le gare per le nuove assegnazioni dovranno essere bandite entro il 2025 e che le nuove concessioni non potranno avere dimensioni superiori al massimo a un quarto del totale. Come cambierà la governance del settore nei prossimi anni, anche alla luce dei rilevanti investimenti legati alla transizione energetica? È questo l’argomento dello Special Report realizzato per l’Istituto Bruno Leoni da Carlo Amenta, Filippo Passerini e Carlo Stagnaro, intitolato Per ogni fine c’è un nuovo inizio. Il futuro della distribuzione elettrica dopo il 2030. Lo studio prende le mosse dall’attuale situazione, in cui il principale operatore controlla all’incirca l’85 per cento della rete tramite unica concessione.

Gli autori si interrogano sulle caratteristiche strutturali del settore e sui cambiamenti che lo stanno investendo per effetto degli obiettivi europei di decarbonizzazione. Tra le altre cose, lo studio mostra che – al di sopra di una certa soglia – le economie di scala sono limitate; inoltre, le trasformazioni in atto rendono particolarmente importante garantire ai gestori delle reti di distribuzione adeguata autonomia rispetto ai soggetti verticalmente integrati, anche per facilitare il coordinamento tra la gestione e lo sviluppo delle reti elettriche e gas, la cui complementarietà sta diventando sempre più importante.

Il lavoro si conclude con alcune proposte su come organizzare le gare, frazionando il territorio nazionale in ambiti di dimensioni omogenee e sufficientemente numerosi da consentire una ampia partecipazione alle gare e riconoscendo un punteggio addizionale ai gestori indipendenti o che hanno esperienza anche nelle reti gas. Concludono Amenta, Passerini e Stagnaro: “La scadenza del 2030 può apparire lontana ma quella del 2025 è imminente. È opportuno che si inizi a prendere sul serio la domanda sul disegno delle gare che dovranno ridefinire un segmento fondamentale dei nostri sistemi energetici, cogliendo magari l’opportunità di disegnare un assetto che renda più efficace, nell’interesse della collettività, pianificazione, sviluppo e gestione coordinata o unitaria delle infrastrutture di distribuzione dell’energia nel loro complesso, quale che sia il vettore energetico considerato. La transizione ecologica impone investimenti enormi, che obbligano a prestare una attenzione ancora maggiore alla loro ottimizzazione e all’efficienza dei soggetti gestori delle reti, per la selezione delle opere utili e necessarie allo sviluppo del sistema”.

Aggiornato il 08 marzo 2024 alle ore 10:47