Il rafforzamento dei buffer macroprudenziali

In Europa, ogni Stato membro può autonomamente decidere di rafforzare le riserve del sistema bancario per far fronte a particolari e improvvisi momenti di crisi, come quanto avvenuto durante la pandemia nei Paesi che avevano attivato questa strategia.

Negli ultimi anni, molti Stati si stanno attivando in tal senso approfittando della solidità del proprio sistema bancario e della redditività del momento. L’Italia fino ad ora faceva parte di quei Paesi che ancora non si era attivata nella creazione di questo “cuscinetto”.

La nota n. 36 di marzo della Banca d’Italia evidenzia come nel 2020 diverse autorità̀ centrali dei Paesi membri hanno ridotto parzialmente o completamente la riserva di capitale anticiclica e la riserva di capitale a fronte del rischio sistemico rilasciabili in base alla normativa europea per limitare l’impatto negativo dell’epidemia di Covid-19 sul sistema finanziario e sull’economia reale. Successivamente, nella maggior parte dei casi le riserve sono state ricostituite o anche aumentate. Solo quattro Paesi fino ad oggi non hanno ripristinato o aumentato tale riserva: Italia, Grecia, Spagna e Polonia. L’Italia sta tentando ora di uscire dai “Paesi fanalino di coda” per allinearsi alle nazioni “più brave della classe”.

È di questi giorni la notizia che la Banca d’Italia si sta attivando per la creazione di buffer di capitali macroprudenziali con l’obiettivo proprio di sostenere l’economia in caso di shock esterni. Si tratterà nel dettaglio di applicare un buffer di rischio sistemico pari all’1 per cento delle esposizioni domestiche ponderate per il rischio di credito e di controparte. Tale risultato verrebbe raggiunto in via graduale: 0,5 per cento entro la fine del 2024 e il restante 0,5 per cento entro il 30 giugno del 2025.

Questa operazione permetterebbe agli operatori finanziari di assorbire le perdite con maggiore facilità e contestualmente continuare a finanziare imprese e famiglie italiane grazie a una maggiore facilità di manovra consentita dai nuovi valori prudenziali di riferimento.

Aggiornato il 13 marzo 2024 alle ore 10:49