Pagamenti elettronici in Italia e l’euro digitale

Nel primo semestre 2023 il volume dei pagamenti elettronici ha quasi equiparato la movimentazione in contanti. Con una crescita del 13 per cento l’ammontare dei pagamenti con sistemi digitali è arrivato a toccare i 206 miliardi di euro in Italia. Come si vede dal grafico (osserva qui) l’andamento è in forte crescita già da qualche anno, grazie anche al periodo del Covid-19 che ha letteralmente accelerato lo sviluppo dell’e-commerce in tutto il mondo, Italia compresa. Anche a livello governativo rimane l’appoggio a questo sistema di pagamento, che permette di annullare o limitare fortemente il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale.

In un mondo 100 per cento digitale sarebbe impossibile incassare soldi senza l’emissione di un regolare documento fiscale. L’Istat ha dichiarato che a giugno 2023 i pagamenti con carte di pagamento sono cresciuti del +6,4 per cento, con un rallentamento dei pagamenti contactless che, seppure sempre in crescita, registrano un incremento meno che proporzionale rispetto al passato. Il primo semestre 2023 (guarda i dati) registra un +25 per cento rispetto al 2022, incremento senza dubbio più contenuto ma sempre positivo.

Anche il numero delle transazioni è in forte crescita.

Nel primo semestre 2023 il numero delle transazioni digitali ha raggiunto la cifra record di 6,2 miliardi, a riprova che lo strumento digitale è utilizzato anche per le microtransazioni come caffè, tabacchi e spese di importo minimo. Oltretutto, la maggior sicurezza ottenuta dalla tecnologia nell’utilizzo delle carte di pagamento spinge molte persone a girare senza contanti, portando con sé solo carte di pagamento. Anche in caso di furto, oggi, le carte di pagamento sono difficilmente utilizzabili e spessissimo sono anche assicurate. Un’agevolazione per chi non ha i soldi contanti.

Alessandra Perrazzelli, vicedirettrice generale della Banca d’Italia, è intervenuta al Salone dei Pagamenti a supporto del trend di crescita: “I pagamenti digitali – ha dichiarato – non sono solo una questione di comodità o di modernità. Rappresentano un fattore chiave per l’inclusione finanziaria e per la trasparenza delle transazioni economiche”. Lo sviluppo di queste tecnologie ha portato pure altri vantaggi come, ad esempio, tutta la politica del Sepa che ha permesso, a livello europeo, di poter equiparare ai costi nazionali le transazioni europee. Ha poi portato a una concorrenza fra le varie banche digitali, che ha permesso al cittadino italiano di poter scegliere fra offerte superiori da operatori non solo nazionali ma anche europei.

Perrazzelli ha aggiunto: “Dallo scorso primo novembre è iniziata la fase preparatoria volta a creare le condizioni per una possibile emissione e introduzione di un euro digitale, a seguito della quale si deciderà se passare o meno alla fase realizzativa. La cooperazione tra il settore pubblico e quello privato sarà uno dei fattori chiave per il successo dell’euro digitale, che richiede un impegno corale a beneficio di tutti gli stakeholder. L’euro digitale, ove emesso, sarebbe disponibile per gli utenti finali attraverso intermediari vigilati, che sarebbero responsabili di tutti i rapporti con i clienti e dei servizi di distribuzione e avrebbero, in tal modo, anche la possibilità di profilare servizi a valore aggiunto”.

La direzione che sta prendendo l’Europa è quella di avere una moneta digitale e l’Italia, quale membro, accompagna nel nostro Paese le varie fasi del rinnovamento. Siamo ancora in una situazione sperimentale e di testing, ma non c’è da sorprenderci se un domani la moneta cartacea come la conosciamo potrebbe essere abolita in favore di quella digitale.

Aggiornato il 21 marzo 2024 alle ore 09:29