Gli italiani vogliono meno spesa pubblica

Lieve flessione, nell’ultimo sondaggio di Spincon.it, per il job approval di Mario Monti. Rispetto alla scorsa settimana, il premier perde l’1,1% e si ferma al 35,5%. Anche il governo nel suo complesso perde qualcosa (lo 0,7%) e la percentuale di cittadini che esprime un giudizio favorevole sull’operato dell’esecutivo passa dal 32,3% al 31,5%. Se prendiamo in considerazione il differenziale tra chi esprime un giudizio “molto positivo” e chi ne esprime uno “molto negativo” (il sondaggista statunitense Scott Rasmussen definisce questo parametro “approval index”), Monti peggiora la sua situazione, passando dal -30% al -32,2% (-2,2%). E il trend è negativo anche per il governo, in calo -33,8% al -34,6% (-0,8%). Continua a crescere, insomma, la “polarizzazione” nel giudizio degli italiani su premier e governo. In totale, comunque, soltanto poco più di due italiani su cento esprime un giudizio “molto positivo” sul governo, mentre chi esprime un giudizio “molto negativo” ha ormai raggiunto il 37% dell’elettorato.  Le cose vanno leggermente meglio per il premier, che ha uno “zoccolo duro” di sostenitori entusiasti che nell’ultima settimana è salito dal 3,2% al 5,6%.

Disaggregando il job approval del governo in base all’orientamento politico degli intervistati, si nota come il livello di popolarità di Monti sia nuovamente in calo nell’elettorato di centrodestra (la scorsa settimana era in leggerissima crescita), ma stabile tra gli elettori che simpatizzano con il centrosinistra e il Terzo polo. 

Per quanto riguarda le intenzioni di voto per i partiti, il sondaggio di Spincon.it non ci regala grandi sorprese rispetto alla scorsa settimana. Ma anche stavoltà è difficile individuare una forza politica capace di mantenere stabile il suo trend di consensi. A livello di coalizione, un ipotetico centrodestra (Pdl, Lega, La Destra, Grande Sud e Fiamma tricolore) raggiungerebbe oggi il 29,4%, guadagnando mezzo punto percentuale rispetto alla scorsa settimana. In leggerissima crescita anche un centrosinistra “classico” (Pd, Idv, Sel, Verdi e Psi), che raccoglierebbe il 38,4% dei consensi (+0,2%). Guadagna qualche punto decimale (lo 0,6%) il Terzo Polo (Udc, Fli, Api ed Mpa) e arriva al 9,2%. Continua, invece, la lieve flessione del Movimento 5 Stelle, che questa settimana si ferma al 16%, perdendo lo 0,4% rispetto alla scorsa settimana. Partendo da destra, Il Popolo della Libertà passa dal 17,1% al 17,4% (+0,3%), restando comunque molto lontano dal risultato raccolto alle elezioni politiche del 2008 (37,3% alla Camera). Perde un punto decimale la Lega Nord, che scende dal 6,8% al 6,7% (-0,1%). Una performance, quella leghista, comunque al di sopra dei risultati registrati da altri istituti di ricerca. Torna a crescere La Destra di Francesco Storace, che sale al 4,3% al 4,4% (+0,1%). E guadagnano un punto decimale rispetto alla scorsa settimana anche Fiamma tricolore (0,4%) e Grande Sud (0,5%). A sinistra, flessione piuttosto netta per il Partito democratico, che perde lo 0,7% rispetto alla scorsa settimana e si ferma al 25,5%, confermandosi comunque il primo partito italiano. Alla flessione del Pd, corrisponde una leggera crescita di tutti gli altri partiti del centrosinistra. L’Italia dei valori guadagna lo 0,2% e arriva al 4,2%; due punti decimali di crescita anche per Sinistra Ecologia Libertà (6,1%) e per il Partito socialista (0,8%), mentre riprendono fiato i Verdi, che recuperano tre punti decimali e si portano all’1,8%.

Panorama variegato nel Terzo Polo. Cresce sensibilmente l’Udc, che guadagna lo 0,7% e arriva al 6%, mentre perdono colpi sia Fli (che perde lo 0,2% e si ferma al 2,3%) che l’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli, che perde un punto decimale e arretra allo 0,4%. In leggera crescita, infine, Mpa (0,5% con un +0,2%). Oltre al Movimento 5 Stelle, perdono terreno tutti i partiti che non appartengono ad una delle tre coalizioni maggiori. I Radicali lasciano per strada quattro punti decimali e scendono al 2,8%. Lieve calo (-0,3%) anche per la Federazione della Sinistra (l’alleanza tra Rifondazione comunista e Comunisti italiani), che non va oltre il 2,2%. E perde un punto decimale anche il Partito Pirata, che comunque ottiene un ottimo 1,1%. Questa settimana, la “domanda extra” di Spincon.it riguardava le possibili strade da percorrere, per il governo, nel tentativo di riduzione del debito pubblico. Secondo la maggioranza relativa del campione intervistato (43,2%), la soluzione preferibile dovrebbe essere quella di “ridurre la spesa pubblica”. Tra le altre opzioni, più di un quarto del campione (25,6%) sceglie “aumentare le tasse ai più ricchi”, mentre sono quasi appaiate “diminuire il numero di dipendenti pubblici” (11%) e “vendere ai privati una parte del patrimonio dello stato” (10,8%). Molto staccata dal gruppo la percentuale di cittadini che sceglierebbe la strada delle privatizzazioni (3%). E un singolare 0,1% va controcorrente abbracciando l’ipotesi “aumentare le tasse a tutti”. Un solido 5,5%, infine, non sceglierebbe nessuna delle opzioni indicate dal sondaggio.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:04