Forza Italia: e adesso  le scelte impegnative

Finalmente una buona notizia da Forza Italia. Il maggiore partito d’opposizione ha deciso di fare il proprio mestiere, cioè contrastare in modo serio e intransigente questo governo bugiardo.

Era ora che da Palazzo Grazioli giungesse un segnale quando il Paese, non solo la destra, rischia di andare in frantumi. Sebbene si debba riconoscere che la responsabilità sia virtù difficile da praticare perché assai costosa dal punto di vista del consenso, bisogna dirsi con coraggio che a tutto c’è un limite. Se ci si accorge che a spalleggiare Matteo Renzi si fa il male delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie, non è disdicevole fermarsi e riconoscere di aver sbagliato linea politica. È dei grandi uomini che hanno il senso dello Stato saper dire che si è sbagliato e che si è pronti a correggere la rotta. Errare è umano, ciò che invece è diabolico è perseverare nell’errore.

Forza Italia ha aperto gli occhi sulla realtà e quello che sta vedendo non può piacerle. La crisi, che è ben lontana dall’essere risolta, sta letteralmente massacrando i ceti produttivi tradizionali che hanno rappresentato il blocco sociale di riferimento delle politiche del centrodestra in questi anni. Assistere inoperosi alla consumazione di un crimine sociale, avrebbe giustificato una chiamata in correità anche di un’opposizione silente e timorosa di disturbare più del dovuto il manovratore. Ora c’è speranza che questo non accada. Bisogna far presto a riaprire i canali di dialogo con la propria gente perché comprenda la volontà di un effettivo riposizionamento strategico del partito che fu delle partite Iva, dei produttori. E non solo. Se c’è qualcosa di cui Berlusconi e i suoi dovrebbero andare fieri per il tempo in cui hanno governato il paese, è stata l’attenzione prestata, da partito di destra, alle ragioni dei ceti meno abbienti, di quelli che vengono definiti, nei salotti buoni dell’intellighenzia della sinistra, con ipocrita espressione, gli incapienti.

Tornare in strada per far sentire alle piazze che il centrodestra c’è e lotta al fianco di coloro, troppi, che non ce la fanno a sopravvivere, dei “vinti della storia”, è un gran bel segnale che porterà frutti preziosi il giorno in cui il popolo sarà chiamato a esprimersi. Tuttavia, non basta essere presenti in piazza. Bisogna spiegare alla persone come si vuole aggredire il nodo gordiano che sta strangolando l’economia e la coesione del tessuto sociale. Bisogna spiegare con chiarezza cosa si pensa di questa Europa. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo ma la realtà non la possiamo ingannare. La madre di tutte le battaglie, nel prossimo futuro, si dovrà combattere a Bruxelles. È il modello di Unione, voluto dai paesi forti del Nord, che non funziona. Se non si cambia totalmente registro si andrà a sbattere. E a rimetterci le penne sarà la maggioranza degli italiani, che nessuna prebenda o ammortizzatore sociale potrà garantire.

Se Forza Italia ritrova la sua dimensione di partito popolare riuscirà a recuperare buona parte dei consensi perduti a patto però che dica la verità ai suoi elettori e ai suoi alleati. Oggi è più difficile farsi prendere sul serio. Non basta più andare in televisione a sciorinare una sequela di buoni propositi che poi non potranno essere mantenuti. Ciò che conta è presentarsi agli italiani e assumere un impegno solenne, inderogabile, impegnativo per tutti, come si sarebbe detto una volta. Berlusconi deve promettere ai suoi elettori e ai suoi alleati che i voti raccolti non serviranno, il giorno dopo le elezioni, qualunque cosa accada, a portarli in dono a Renzi.

Gli italiani di destra vogliono essere rassicurati che il loro voto non servirà da stampella per improbabili larghe intese. Se si vince si vince, se si perde pazienza! Ci si tira su le maniche e si ricomincia ad attraversare il deserto. La si smetta una buona volta di gigioneggiare con il “santino” di Renzi, in formato figurine Panini. Lui è l’avversario e come tale va combattuto e, se possibile, politicamente abbattuto. Il vecchio leone di Arcore ha inviato una lettera ai suoi per chiamarli alla mobilitazione per un “No Tax Day” i prossimi 29 e 30 novembre. In calce alla sua comunicazione ha scritto testualmente: “Torno in campo innocente e alla grande!”. Se è così lo faccia. Gli vogliamo credere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24