Da Lione all’Eliseo,  passando per Fiuggi

Nella città di Lione il sipario è calato sul XV Congresso del Front National. Marine le Pen è stata consacrata dalla base del suo partito il leader indiscusso che dovrà portare al successo la destra radicale francese nelle prossime scadenze elettorali. Per “Blue Marine” è stato un plebiscito. Eletta presidente con il cento per cento dei voti dei delegati. La scorsa Domenica i francesi e la comunità internazionale hanno appreso chi guiderà il partito della fiamma tricolore – simbolo che fu donato dal Movimento Sociale Italiano a Jean Marie Le Pen, padre di Marine, fondatore del movimento nel 1972 -. Meno evidente, ma molto più rilevante, è comprendere verso cosa Marine vorrà guidarlo.

Lione, per la Destra francese, segna l’avvio di un processo di costituzionalizzazione della forza politica del tutto analogo a quello che, negli anni Ottanta, portò il Movimento Sociale Italiano a preparare la svolta coronata dalla nascita di Alleanza Nazionale nello storico Congresso di Fiuggi del 1995. Questo è l’elemento concreto di novità che è emerso dalla tre-giorni lionese del Front National. Farebbero bene i nostri provinciali analisti politici a tenerne conto. Se si continua a rappresentare il movimento della Le Pen in forme caricaturali si fa un torto alla storia e uno più grande all’intelligenza. Di là dalle immagini di copertina Marine non è la stessa cosa del padre, il vecchio Jean- Marie. Il nazionalismo che innerva la nuova linea politica del Front National ha poco o nulla del partito, erede del Poujadismo della fine degli anni Cinquanta dello scorso secolo. La nomina del vecchio leader Jean-Marie a presidente onorario è una sorta di giubilazione del personaggio e della sua politica. Certo, il richiamo alle origini fa sempre un certo effetto.

L’aver ricordato, nel suo discorso, i “vecchi camerati caduti per la Francia”, ha scosso le viscere della platea, creando la stessa emozione che si prova sfogliando un album di ricordi. Ma la realtà sta altrove. E’ nelle parole di Marine. Lei sa bene che deve convincere la maggioranza dell’opinione pubblica francese con argomenti di buon senso. Il che vuol dire sapere associare a ogni critica demolitiva dello status quo, una proposta costruttiva praticabile e non fantasiosa. La scommessa sulla quale Marine gioca il suo successo politico è la stessa del nostro Matteo Salvini. Se l’Europa di Bruxelles riuscirà a invertire la rotta nelle scelte macroeconomiche consentendo un effettivo rilancio dei sistemi produttivi nazionali, oggi mortalmente colpiti dalle politiche di austerità praticate dalla Commissione Barroso, per i partiti della destra radicale non ci sarà granché spazio di manovra.

Se invece si proseguirà con teutonica ottusità a tenere la linea di condotta che ha portato all’impoverimento delle popolazioni del sud dell’Europa e alla stagnazione economica dell’eurozona, per i movimenti che criticano la mondializzazione e combattono la moneta unica, si apriranno praterie nella raccolta del consenso. Marine Le Pen parla non alla pancia dei francesi, come la nostra informazione pataccara vorrebbe fare credere, ma alla testa delle persone. Soprattutto, ha aperto un varco verso le istanze dei ceti operai del Nord Est del paese, particolarmente provati dalla crisi. I punti sui quali la leader del Front National ha insistito sono tre: l’uscita dall’Euro, il ristabilimento di misure protezionistiche a favore delle produzioni locali e dell’occupazione, la lotta senza quartiere all’immigrazione clandestina. Tre argomenti di sicuro appeal elettorale che costringeranno i competitori politici della stessa area a una difficile rincorsa.

Sul palco di Lione questa volta non è stata schierata la Guardia d’Onore dei reduci dell’Oas, della guerra d’Algeria. C’era invece la faccia simpatica, acqua e sapone, di Marion Marechal Le Pen, nuova stella del firmamento politico e giovanissima nipote di Marine. Marion con la forza delle sue argomentazioni ha conquistato il cuore delle giovani generazioni, in particolare di quelle del Sud Est della Francia, storicamente vicine al Front National. Se questo è l’inizio la prossima “Fiuggi” francese potrebbe essere molto più vicina di quanto si pensi. Magari potrebbe celebrarsi a Fontainebleau.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:21