Accoglienza e circuito mediatico-renziano

Susanna Camusso ha definito il modo di comunicare di Matteo Renzi degno degli uffici stampa e propaganda dei tempi del vecchio Partito comunista e degli altri partiti ideologici. Qualcuno ha riesumato il MInculpop, cioè il Ministero della Cultura Popolare di epoca fascista che diramava le veline del regime per i giornali dell’epoca. Ma forse, per stare più al passo con i tempi ed adeguarsi al fenomeno ormai consolidato nei rapporti tra informazione e giustizia, bisognerebbe parlare di circuito mediatico-renziano. Cioè di quella macchina che si è creata tra Premier e grandi media del Paese che produce consenso per il nuovo “Uomo della Provvidenza” attraverso la propalazione sistematica di notizie al tempo stesso fasulle e illusorie e la meticolosa cancellazione di ogni informazione potenzialmente negativa per l’inquilino non eletto di Palazzo Chigi.

Sarebbe scoppiato il finimondo se fosse capitato a Silvio Berlusconi o al vendicativo Enrico Letta di incontrare Barack Obama e, a cinque giorni di distanza dal colloquio, di sentire dallo stesso Presidente degli Stati Uniti la notizia dell’uccisione del povero Giovanni Lo Porto. Tutti si sarebbero chiesti se Obama avesse anticipato l’informazione a Renzi e perché quest’ultimo si fosse ben guardato dal renderla pubblica. Forse per non ombrare con una notizia luttuosa l’enfasi mediatica del suo ingresso alla Casa Bianca?

Ma più del finimondo si sarebbe scatenato l’inferno, ovviamente sul terreno informativo, se invece di Renzi a portare in Italia il risultato fallimentare del vertice di Bruxelles sull’immigrazione fosse stato un qualsiasi altro Presidente del Consiglio. Nessuno avrebbe potuto sostenere quanto è stato invece esaltato a beneficio di Renzi, cioè che è stato un successo del Premier aver costretto la Ue a discutere dell’immigrazione anche se poi l’Europa ci ha sbattuto le porte in faccia sulla questione.

Nella realtà la richiesta italiana di poter continuare ad accogliere i profughi e poterli poi distribuire pro-quota nei paesi europei è stata brutalmente bocciata. Renzi ha ottenuto più fondi per le spese di “Triton” ma non solo ha incassato il no dei partners europei a prendersi una parte dei migranti finiti in Italia, ma è stato costretto ad accogliere la richiesta della Merkel di non continuare nella pratica della mancata identificazione dei profughi al momento del loro sbarco sulle coste italiane.

La Cancelliera, in pratica, in cambio di qualche milione di euro in più per “Triton”, ha chiesto e ottenuto che i migranti siano identificati immediatamente, prima di essere smistati nei centri di accoglienza, per impedire che il nostro Paese continui nella furbesca azione di favorire la fuga verso il Nord Europa dei clandestini lasciati liberi di allontanarsi senza documenti dai campi di raccolta. L’Europa, in sostanza, ha ribadito che sul tema dei migranti la propria linea è quella del contenimento e che se l’Italia vuole continuare a portare avanti la linea dell’accoglienza senza limiti di sorta deve attrezzarsi da sola a tenere sul proprio territorio quanti vi arrivano dal Canale di Sicilia.

Ma il circuito mediatico-renziano che ha nascosto questa amara notizia non ha fatto alcun favore al Presidente del Consiglio. Perché da adesso in poi le centinaia di migliaia di profughi che vengono raccolti in mare dovranno essere identificati nei porti dove verranno condotti. L’operazione richiederà strutture d’accoglienza nelle città portuali e renderà sempre più difficile le operazioni di furbesco smaltimento verso il Nord Europa dei clandestini. E, in ultima analisi, darà vita alla formazione di aree sempre più estese di disperazione e di degrado nelle città siciliane e meridionali. Con la conseguenza di creare nel Sud italiano delle banlieue che faranno la fortuna di chi specula sugli immigrati, ma provocheranno conflitti sociali difficilmente controllabili.

Le bugie, allora, hanno sempre le gambe corte. E, nel nostro caso, a dispetto del circuito mediatico-renziano, sono destinate a sgonfiare il pallone gonfiato del trionfalismo pro-Premier.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:17