Il paradosso della  cultura della resa

Dal tragico venerdì di Parigi nel nostro Paese impazza sulla Rete la richiesta di sospendere e rinviare a tempo indeterminato la celebrazione del Giubileo. La ragione della proposta non è dichiarata, ma chiaramente intuibile. Il rischio di attentati a Roma è diventato altissimo dopo la raffica di sanguinosi attentati parigini e per evitarli non ci sarebbe altra strada che rinunciare, almeno fino a quando il pericolo non sarà diminuito, ai riti del Giubileo ed alla presenza nella Capitale italiana e del cattolicesimo di grande masse di pellegrini.

Apparentemente questa richiesta sembra carica di buon senso. I rischio di atti di violenza nella città-simbolo del cristianesimo è sicuramente molto alto. E la sensazione che le minacce di colpire il cuore della cristianità da parte dei terroristi islamisti possa diventare una concreta eventualità è decisamente molto forte.

Ma se si gratta la patina di buon senso la richiesta appare del tutto sballata. Esiste una sola possibilità che la rinuncia al Giubileo possa cancellare il pericolo di un attentato a Roma? Se i terroristi hanno deciso di colpire il simbolo della cristianità non hanno di sicuro bisogno di attendere il Giubileo. Possono attaccarlo quando meglio credono, prima, durante o dopo le celebrazioni per la Misericordia. Perché il simbolo rimane tale da due millenni e continua a richiamare folle di credenti e di semplici turisti in ogni giorno di qualsiasi anno.

Rinunciare al Giubileo, quindi, non serve a nulla. Rivela, semmai, una cultura della resa che sembra fatta apposta per esaltare chi vuole aggredire con la violenza non solo la città della Croce, ma qualsiasi altra città del mondo occidentale. Ritirarsi di fronte alle minacce non elimina affatto le minacce stesse. Le esalta, le accentua, le moltiplica. Perché convince chi le lancia della propria potenza ed invulnerabilità e lo incita a credere che solo attraverso l’uso della forza sia possibile imporre le proprie ragioni o, più brutalmente, dominare.

Purtroppo questa cultura della resa ha un numero sterminato di adepti in Europa e nel resto del mondo non islamico. Costoro sono convinti che per avere la pace non ci sia altra strada che arrendersi a chi minaccia la guerra. E non capiscono che è proprio il loro pacifismo irrazionale a rendere la guerra sempre più inevitabile!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:18