Garantisti con tutti, anche con i nemici

Si può anche capire l’ira del Partito Democratico e persino condividerla, almeno in certi passaggi, e addirittura in quella frasetta, una sorta di dettaglio del Fanfani del Consiglio superiore della magistratura in cui parla di esagerazione della misura cautelare nei confronti dell’ex primo cittadino di Lodi. Pare abbia ragione “storicamente”, data l’entità e qualità del reato. Peccato che sia scivolato di brutto là dove ammette - e mai ammissione è stata meno felice - di non aver letto le carte dell’inchiesta. Allora, direbbe l’immortale Giuseppe Cruciani de “La Zanzara”: “Ma di che stiamo parlando?”. Naturalmente il dettaglio conta, eccome se conta.

Ma il problema è più ampio, più grande, drammaticamente articolato, quasi immenso. È, in primis, il problema della posizione della magistratura in questi anni di potere del Pd rappresentato da Matteo Renzi. Qualcuno avanza l’ipotesi che sia ormai un contropotere che fa politica contro chi sta al Governo, chiunque sia. Sarà... Certo, la corruzione è intrinsecamente mescolata al potere, ne è intrecciata così indissolubilmente che in certe fasi storiche (1992) la magistratura ha avuto totale delega per sconfiggere la malapianta e separarla dalla civitas ormai contaminata. I partiti al potere allora furono letteralmente cancellati dall’impeto giudiziario deificato dai media che ne esaltarono sia lo strappo epocale, sia la sepoltura dei partiti storici, senza peraltro distinguere il grano dal loglio. E passi. Ma l’operazione in oggetto, miracolò, come andiamo quasi noiosamente scrivendo, i postcomunisti tanto che commentammo come e qualmente il muro di Berlino da noi e solo da noi, in Italia, fosse caduto dalla parte sbagliata. Si dice: il circo mediatico fu determinante, allora. E adesso, forse no? Ne parleremo in chiusura.

Ora, la tesi che la magistratura colpisca e punisca essenzialmente chi sta al potere rischia di contraddire l’assunto dell’obbligatorietà dell’azione penale senza guardare in faccia a nessuno, opposizione compresa. Il che, peraltro, è successo a volte nei confronti del M5S che sembra spesso dare/ricevere la linea del giustizialismo più accanito, senza peraltro riflettere sull’effetto boomerang sulla loro stessa politica, sul loro futuro e sul ruolo amministrativo che avranno di certo fra pochi mesi. Il punto del M5S, che coincide con quello di Matteo Salvini e di un certo estremismo berlusconiano, è l’eliminazione di Renzi sia politicamente che, soprattutto, per via giudiziaria. Lo stesso che nutrivano i postcomunisti contro Bettino Craxi e il cosiddetto pentapartito. L’intervento chirurgico funzionò allora, ma unidirezionalmente e fu il fallimento epocale della leggendaria inchiesta contro la corruzione della Prima Repubblica. Difatti: quale ne fu l’esito principale, il risultato concreto? La crescita a dismisura della corruzione politica, della quale non ci si vergogna neppure, citando il neopresidente dell’Associazione nazionale magistrati. E che risultato, ad esempio, è seguito all’apodittica affermazione di Gerardo D’Ambrosio che già nel 1993, dopo il caso Greganti e l’espulsione del pool della Parenti, dichiarava come “la corruzione fosse di fatto stata colpita e affondata”?

Primo Greganti, comunista doc, fu salvato allora e condannato cinque o sei anni dopo per finanziamento illecito al suo partito, anche se qualcuno lo aveva capito fin da subito. Anzi, fin da quando il Partito Comunista Italiano accettava per decenni la massa imponente de “L’oro di Mosca” come ebbe onestamente a raccontare, l’unico fra i “comunisti” peraltro, Gianni Cervetti. Ed eccoci al punto dolente. Sia pure guardando indietro, molto indietro negli anni. Dov’era la magistratura? Che ha fatto? Come ha proceduto? Insomma, che ne è stato della mitica obbligatorietà dell’azione penale nei confronti di quell’imponente e illecito aiuto al Pci da una nazione nemica che, oltretutto, ci puntava i missili contro? Qualcuno ricorda un’inchiesta? Un procedimento? Un processo? Ah già, il Pci era all’opposizione, non al Governo. Ah, già, ci fu l’amnistia del 1989. Amnistia anche per un reato come questo, di prendere miliardi di dollari da un Paese che ci punta il fucile in faccia? Ma forse, più che l’amnistia, ha funzionato la mitica prescrizione. Un nome magico, allora. Oggi, un nome scandaloso, peggiore della pedofilia, impronunciabile, e una misura da allungare con sopra la funerea scritta “fine pena mai”. Anche col Governo Renzi, ovviamente nel mirino delle toghe, e lui lo sa benissimo. Ma, a quanto pare, si barcamena fra invocata brevità dei processi e prescrizione manipolabile come un chewingum, con qualche “sciop” delle bolle fatte scoppiare. Insomma un atteggiamento caso per caso, sia pure con impennate dignitose e coraggiose quando sembra raccogliere il guanto di sfida lanciatogli pubblicamente da certe toghe, a cominciare dal no al suo referendum d’autunno, con l’inquietante anticipazione del “trivellegate” pre-referendario di primavera.

È una guerra politica dichiarata, una sfida lanciata direi ufficialmente. E chi non raccoglie un guanto di sfida, ha già perso. Ma queste cose Renzi le dovrebbe sapere, a meno che sia fuori di melone e allora si chiami d’urgenza un’ambulanza. Chiudiamo a proposito di quei media come cassa di risonanza del giustizialismo in aiuto alle inchieste odierne rispondendo alla domanda di un lettore che ha scritto come e perché leggendo certi giornali vicini al Cavaliere si noti una loro quasi identità di vedute e accenti forcaioli con altri fogli impostati al più scatenato giustizialismo antirenziano, come lo erano prima, e con successo, antiberlusconiani. Sommessamente ci permettiamo di rispondere che sbagliano, e di grosso, quei giornali amici del Cavaliere. Essere contro il Governo Renzi è un’opzione che si nutre e si struttura in una politica tanto più efficace quanto più estranea alle pulsioni giustizialiste. È una questione politica non giudiziaria. Si è garantisti (e riformisti) sia stando al Governo che all’opposizione. Non solo, ma chi difende il garantismo, quello vero, lo deve sempre fare con tutti, “erga omnes”, anche con i nemici. Soprattutto con loro.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:00