I “Mattei” e la polemica sull’immigrazione

L’ultimo fuoco della campagna elettorale si è acceso sul tema dell’immigrazione e della sicurezza. Non poteva essere altrimenti. Con la chiusura della rotta balcanica e la contemporanea riapertura di quella mediterranea l’Italia è tornata ad essere il tradizionale “ponte” tra Africa ed Europa. E le migliaia di soccorsi in mare e sbarcati sulle nostre coste delle ultime settimane hanno gettato nuove fascine sul fuoco di una campagna elettorale che languiva sotto la cenere della anticipata battaglia referendaria.

A ravvivare le fiamme ci hanno pensato Matteo Renzi e Matteo Salvini. Ed anche in questo caso non poteva essere altrimenti. Il leader della Lega sa bene che il proprio elettorato e quello dell’area moderata è particolarmente sensibile al tema dell’accoglienza indiscriminata ed incontrollata. E ha colto al volo l’occasione per tornare ad accusare il Governo di portare avanti una politica dell’accoglienza folle e gravida di impensabili conseguenze. A sua volta, il Presidente del Consiglio ha immediatamente applicato la regola che la migliore difesa è l’attacco tornando a proclamare la validità e la bontà della politica del governo italiano nei confronti dei profughi e dei naufraghi, a dispetto dell’indifferenza e dell’inerzia del resto dell’Europa.

È difficile prevedere se le questione agitate dai due Mattei riusciranno a riaccendere gli ultimi giorni della campagna elettorale amministrativa. Di sicuro non faranno compiere un solo passo in avanti verso la soluzione dei problemi riproposto dalla chiusura della rotta balcanica e dalla riapertura di quella mediterranea. Un merito, comunque, l’agitazione elettoralistica dei due Mattei lo ha avuto. Ha messo in chiara evidenza che nel dare una risposta al problema dell’immigrazione di massa il nostro Paese non potrà contare sull’aiuto e sul supporto degli altri Stati europei.

Con la chiusura della rotta balcanica i Paesi del Nord Europa, Germania in testa, si sono messi in sicurezza. Con la riapertura della rotta mediterranea il problema è solo italiano. Renzi potrà sperare di continuare ad utilizzare il tema dell’immigrazione per ottenere un po’ di flessibilità in più sullo sforamento del debito pubblico. Ma non sarà questa la soluzione al dilemma di come sistemare centinaia di migliaia di disperati che pensavano di utilizzare il “ponte” italiano per andare in Europa ed invece si ritrovano imprigionati nei campi di concentramento frettolosamente allestiti nel Bel paese. Tutti dicono che l’unica soluzione sarebbe di lanciare grandi campagne di aiuti nei confronti dei Paesi da cui i migranti provengono. Ma se questi ultimi fuggono alle repressioni ed alle guerre civili con chi si trattano gli aiuti? Con i repressori ed i responsabili delle guerre civili?

Il vero dramma è tutto qui. L’instabilità politica dei Paesi da cui partono i profughi rende impossibile la soluzione della cooperazione internazionale. A meno che la stabilità non venga imposta con la forza. Ma questo sarebbe neocolonialismo. E nell’Italia buonista la sola parola suscita sdegno, orrore ed esecrazione!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:07