Brexit

Già scrissi qui, l’11 marzo scorso, le ragioni per le quali mi auguravo con tutto il cuore che il Regno Unito restasse fuori dell’Unione europea. E non mi resta che rinviarvi il cortese lettore interessato.

Adesso, a cose fatte, posso aggiungere che i Britannici non hanno deluso. Anzi, hanno dato agli Europei una lezione che dovranno meditare bene. La democrazia parlamentare, il governo rappresentativo, la sovranità popolare non sono per loro dei vuoti simulacri. Loro non seguono il magistero dei due giganti del costituzionalismo portati dall’Arno. Ha assunto connotati umoristici la pressione terrorizzante esercitata dalle cancellerie continentali per impaurire il popolo inglese e spingerlo a scegliere ciò che non preferiva, come si è visto. Volevano intimidirlo. Invece l’hanno incoraggiato. Fanno venire in mente il celebre duetto di Totò e Fabrizi in “Guardie e ladri”, nel quale il bolso Fabrizi non riesce a catturare lo smilzo Totò. Stanco d’inseguire un pur stanco Totò, minaccia di sparargli “a scopo intimidatorio”. Ma Totò, irridendolo, risponde: “Sta bene, ma io non m’intimido”. Ecco, la perfida Albione non s’è intimidita! Quelli davvero atterriti sembrano i governanti al di qua della Manica che, tra l’altro senza alcun rispetto verso la nazione amica, si sono ingeriti pesantemente (in modo aperto e subdolo) negli affari interni, affari di sovranità nazionale, del Regno Unito per condizionarne la volontà internazionale. Hanno mosso contro i britannici roteando il bastone e son ritornati bastonati. Così hanno perso pure ogni futura capacità offensiva, sebbene altri popoli dello stampo dei Britannici sul Continente non se ne vedono.

Non meno umoristica è apparsa anche l’altra, neppure velata intimidazione dell’Ue contro il Ru: “Resterete soli!”. Ebbene, i Britannici hanno risposto con l’urna: “Lo siamo stati contro Hitler”. La stupidità dei governanti europei, nazionali e comunitari, traspare proprio dalla loro sottovalutazione della tempra inglese, del carattere indomito dei Britannici, della saldezza del legame tra cittadini ed istituzioni, dimostrati in imprese cruciali quanto solitarie, che nessun altro popolo europeo può vantare. Infatti tre volte, come già scrissi, il Ru salvò se stesso e la sua libertà, anche per tutti noi europei. La prima volta con Elisabetta I contro l’onda orrida degli spagnoli oscurantisti. La seconda volta con Nelson e Wellington contro il rivoluzionarismo di Napoleone. La terza con Churchill, il più grande del millennio, che tenne testa a Hitler. La grande vittoria democratica del Ru costituisce al tempo stesso una grande sconfitta dell’Ue, morale e politica. Ma dubito che vorrà trarne l’insegnamento ricavabile.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 19:28