La risposta evangelica e quella politica al terrorismo

Lo sgozzamento di Rouen non è il salto di qualità nell’azione dell’Isis di cui hanno parlato con tanta insistenza i media nazionali ed internazionali. Sono anni che i terroristi islamici uccidono sacerdoti e fedeli cattolici e la circostanza che per la prima volta un assassinio sia avvenuto in Europa non cambia minimamente la sostanza del problema. Che non è la guerra di religione così tanto temuta ed esorcizzata dal mondo cattolico, ma è la guerra culturale e politica che il radicalismo islamista ha lanciato contro l’intero Occidente delle democrazie liberali.

In questa luce non bisogna guardare alla Chiesa cattolica per avere un’indicazione su come si debba rispondere al sangue versato dai terroristi. La risposta che Papa Francesco può dare non può essere certamente diversa da quella morale fornita dal Vangelo. Una risposta di perdono, di misericordia, di pace.

Ma se non siamo alla guerra di religione ma alla guerra politica e culturale che punta a distruggere un tipo di civiltà per sostituirla con una civiltà completamente diversa, la risposta al terrorismo non può essere di tipo morale ma di tipo politico. La Chiesa ed il Papa hanno il dovere di predicare il Vangelo, ma la loro predica di alto valore religioso ed etico non può essere in nessun caso la risposta concreta che il mondo occidentale sotto attacco deve dare agli aggressori.

Non si tratta di stabilire che alla violenza non ci sia altra risposta che la violenza. Si tratta di accettare in primo luogo l’esistenza di una guerra dichiarata dal fondamentalismo islamista e, successivamente, di riconoscere che a questo tipo di guerra asimmetrica, anomala, diversa, si possa e si debbano dare risposte asimmetriche, anomale, diverse. Cioè segnata da un intreccio accorto di politica e di forza ispirato ad un solido realismo.

Non è una strada semplice da seguire. Al contrario, è la più complicata. Perché presuppone una convinzione profonda e non modificabile. Quella della superiorità morale, etica e storica della civiltà che si vuole difendere dall’aggressione del terrorismo. Convinzione che purtroppo è indebolita dalla cultura politicamente corretta e dalla tendenza a scambiare il messaggio evangelico per una ricetta capace di dare risposte concrete ai problemi più intricati del tempo presente.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:08