Voto a marzo e scenari in movimento

È molto improbabile che ci possa essere un “terzo tempo” per la legge elettorale. Cioè che il Senato bocci il “Rosatellum bis” e costringa le forze politiche a trovare una qualche correzione dell’Italicum per andare a votare nei primi mesi del prossimo anno con un sistema proporzionale senza coalizioni e quote maggioritarie. Il ridotto fenomeno dei “franchi tiratori” alla Camera dei deputati ha lasciato intendere che ormai anche i meno convinti del nuovo sistema elettorale presenti nel Partito Democratico e in Forza Italia abbiano accettato le indicazioni dei proprio leader. E che la strada per l’approvazione definitiva del Rosatellum bis sia ormai spianata.

Da ora alle elezioni, che se queste previsioni fossero confermate si potrebbero tenere il 4 marzo o la settimana successiva, non ci sarà però solo una campagna elettorale dominata dalla polemica lanciata dal Movimento Cinque Stelle e dalla sinistra di Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema contro la forzatura compiuta dalle forze “inciuciste” ai danni degli stessi grillini e degli antirenziani del Pd. A turbare questo scenario che sembrerebbe fatto apposta per favorire la campagna elettorale delle opposizioni radicali ci sono le elezioni siciliane dei primi di novembre. E anche se i partiti al momento penalizzati dai sondaggi (come il Pd) si affrettano a definirle di portata regionale, queste elezioni sono destinate comunque ad influenzare in maniera pesante l’andamento della campagna elettorale e gli ultimi mesi della legislatura.

I possibili insuccessi siciliani del Pd e del Movimento Cinque Stelle possono ribaltare totalmente lo schema emerso dalle polemiche scoppiate sulla legge elettorale. La probabile sconfitta di grillini può cambiare quello che appare come l’assedio della protesta popolare contro i partiti tradizionale in una sorta di ritirata della Beresina di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista con la trasformazione dell’immagine di un partito vincente e proiettato verso il governo del Paese a un partito declinante condannato all’opposizione permanente nella prossima legislatura. Allo stesso tempo l’eventuale sconfitta del Pd e dei suoi alleati centristi in Sicilia può aprire una ripresa delle polemiche sulla leadership di Matteo Renzi in grado a far saltare definitivamente la speranza di ritorno a Palazzo Chigi del segretario dei democratici.

Gli scenari di fine legislatura, quindi, sono tutti ancora da definire. Anche per quanto riguarda il centrodestra che dal voto siciliano potrebbe ottenere una sorta di travolgente effetto domino su quello nazionale.

Aggiornato il 16 ottobre 2017 alle ore 14:05