Il rigore e l’intolleranza neo-giacobina

Di fronte all’espansione della pandemia il governo si prepara a varare misure sempre più rigide che potrebbero instaurare nel Paese una forma di coprifuoco sanitario in tutto simile a quello dell’ormai lontana guerra mondiale.

Difficile stabilire in partenza l’efficacia effettiva di una misura del genere. In un momento d’incertezza come quello attuale, in cui ogni previsione sui tempi di esaurimento della pandemia appare priva di qualsiasi fondamento scientifico appena attendibile, non si può fare altro che nutrire la speranza di ottenere un risultato concreto da un nuovo salto in avanti nei provvedimenti di stampo draconiano.

Ma non ci si può affidare totalmente al coprifuoco senza rilevare come sia sufficiente solo la minaccia di un nuovo giro di vite sul tipo di esistenza a cui sono abituati gli italiani da provocare un danno collaterale di estrema gravità. Questo danno è il clima di linciaggio che si sta creando nella società nazionale per giustificare provvedimenti resi necessari dall’emergenza sanitaria ma che potrebbero essere realizzati anche senza ricorrere al terrorismo psicologico a cui vengono sottoposti ormai da settimane gli italiani.

Nelle strade e nelle piazze del nostro Paese, infatti, non va in scena quotidianamente la sceneggiata dei canti consolatori e liberatori. È in atto anche una sorta di paranoia di massa diretta a criminalizzare ed a linciare moralmente chiunque appaia riottoso nei confronti delle disposizioni draconiane varate dal governo. Passeggiare nei parchi o in altri luoghi aperti appare agli occhi dei paranoici un atto di ribellione eversiva compiuto da chi, con il proprio comportamento, diventa oggettivamente un untore consapevole e dichiarato del coronavirus. Per il momento la paranoia produce solo insulti nei confronti dei ribelli. Ma dietro questi insulti c’è una forma di intolleranza che rappresenta l’aspetto più grave e pericoloso della battaglia contro la pandemia condotta in nome della salute pubblica.

Finita l’emergenza il coprifuoco si potrà togliere ma l’intolleranza liberticida introdotta a piene mani da un governo di illiberali irresponsabili rimarrà nel tessuto societario del Paese. Ed il ritorno ad una normalità rappresentata da un modello di vita ispirato ai principi di libertà elaborati in tremila anni di storia sarà estremamente difficile. Al punto da far temere che l’emergenza sanitaria connessa alla paranoia possa provocare quella deriva di stampo autoritario della democrazia italiana che sembrava essere stata scongiurata per sempre dalla Carta costituzionale.

Chi pensa che il rigore sia incompatibile con la libertà e la democrazia costituisce un pericolo maggiore del coronavirus. È bene non dimenticarlo mai. Perché una volta liberati dalla pandemia bisognerà liberarsi nel minore tempo possibile dei neo-giacobini che in nome della virtù ci vorrebbero tutti servi. Per la ricostruzione sarà necessaria una nuova liberazione!

Aggiornato il 20 marzo 2020 alle ore 11:46