La giornata delle misure cautelari sbagliate

Sembra che il Senato, grazie al voto di Italia Viva, dovrà discutere del disegno di legge (del quale primo firmatario è il leghista Andrea Ostellari) che prevede l’istituzione di una giornata di commemorazione delle vittime di errori giudiziari, Enzo Tortora in primis. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, manco a dirlo, hanno votato contro. Presumo – mi limito a questo, visto che non leggo di lui da tempo – che la posizione del Guardasigilli corrisponda a quella del suo partito. Certo che il mondo è proprio strano e noi italiani lo siamo ancora di più. Istituire una giornata nella quale si celebrano gli errori dello Stato in danno dei cittadini è una di quelle cose che, se non ci fosse da piangere, dovrebbe farci ridere.

Purtroppo – i soldi sborsati dai contribuenti la dicono lunga – non c’è proprio nulla da ridere, ma, come dicevo, c’è da piangere. C’è, anche, da osservare che, in realtà, il nome scelto non è corretto. Errore giudiziario è quello che definisce una sentenza irrevocabile (che si scopre essere colpevolmente) sbagliata, non un arresto seguito da assoluzione. Tortora, alla fine, fu assolto. Dovremmo chiamarla “giornata delle misure cautelari sbagliate”. Sarebbe cacofonico, ma renderebbe meglio l’idea.

Così facendo, però, dovremmo interrogarci su un sacco di cose, a cominciare dalla facilità con la quale si emettono i provvedimenti restrittivi e, inevitabilmente, mettere mano alla riforma del codice. Insomma, per esemplificare: se quello che leggiamo è tutto vero, errore giudiziario è la condanna di Silvio Berlusconi. Il caso Tortora, invece e semmai, è la prova che, a volte, le cose funzionano. Serve la riforma del codice e dell’ordinamento giudiziario (compresa la responsabilità civile dei magistrati), prima di tutto. Magari, risparmiamo pure qualche milione di euro.

Aggiornato il 09 luglio 2020 alle ore 12:12