Il baratro a cui ci hanno portato i dilettanti

Dopo il mezzo fallimento, peraltro previsto, del vertice tra Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel, sarebbe il caso che qualcuno incominciasse a preoccuparsi di quanto potrebbe avvenire nelle prossime settimane se l’illusione alimentata dalle assicurazioni del Governo di un poderoso Recovery Fund capace di far ripartire l’economia del Paese bloccata dalla pandemia del coronavirus dovesse svanire con la fine dell’estate e l’avvicinarsi di un drammatico autunno. Una eventualità del genere non sarebbe soltanto una dimostrazione inequivocabile della inadeguatezza dell’attuale esecutivo, diventando l’occasione non rinviabile per la sua liquidazione, ma potrebbe diventare anche un comodo pretesto per i partiti della maggioranza di scaricare sui sovranisti europei alleati di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni la responsabilità dei mancati aiuti all’Italia e cogliere l’occasione per interrompere una esperienza governativa che minaccia di portarli ad un comune disastro elettorale e passare la patata bollente di una crisi economica incontrollabile ad altre forze politiche su cui si scaricherebbe il peso sempre più gravoso della gestione di un Paese in rotta con l’Europa e privato di qualsiasi fonte di aiuto.

Molti collegano questa ipotesi drammatica con il colloquio avuto da Luigi Di Maio con Mario Draghi e con le sempre più insistenti voci sulla eventualità che il Governo giallorosso possa essere sostituito, in nome dell’emergenza provocata dal mancato Recovery Fund, da un Governo di unità nazionale presieduto dall’unico leader italiano in grado di ricucire con l’Europa, Mario Draghi, ormai condannato al ruolo di salvatore in extremis di una patria che da sola e nelle mani degli inadeguati non sappia più a che santo appellarsi per salvare la pelle.

Dopo i giallorossi, allora, ci aspetta un Governo multicolore in cui entrino tutti i partiti presenti in Parlamento e magari un pezzo del Movimento Cinque Stelle pronto a scindersi dal resto del partito per giocare la carta identitaria del movimentismo delle origini?

Fantapolitica o ipotesi realistica, l’interrogativo è sufficiente per prendere atto del baratro a cui ha condotto l’Italia la classe politica degli improvvisati e dei dilettanti allo sbaraglio.

Aggiornato il 15 luglio 2020 alle ore 12:33