Quelli che raschiano il barile (dei consensi)

I senatori a vita sono o non sono senatori a pieno titolo? Lo sono. Sono o non sono – i senatori a vita – legittimati a votare la fiducia al Governo, al pari di ogni altro membro del Senato? Lo sono. Può un Governo reggersi su una maggioranza costituita, eventualmente, col voto determinante dei senatori a vita? Certo che può. Altro e diverso discorso è se un Governo possa accettare di ottenere la fiducia grazie al voto dei senatori a vita. Qui, le opinioni si dividono. Io penso che la cosa faccia storcere il naso (molto, anche), ma non credo che i costituenti considerassero delittuosa questa eventualità. Delittuoso, semmai, è un sistema elettorale che non consegna mai un vincitore agli elettori, il cui voto diventa lo strumento delle più cervellotiche alchimie di politici consumati, pronti a tutto pur di resistere sulla linea del fronte. Anche a scagliare fuori dalla trincea la riserva della Repubblica coloro che indossano il laticlavio per i grandi meriti conseguiti. Questo è il danno irreparabile che Giuseppe Conte e i suoi amici stanno infliggendo al Paese: raschiano il barile dei consensi per non mollare la presa; tentano di ingaggiare (coloro che fino a ieri erano indicati come) i nemici mortali del popolo.

Operare la contrazione del Parlamento, ridurlo a mero organo di ratifica dei provvedimenti dell’esecutivo, costringerlo a voti di fiducia in nome di emergenze che proprio il Parlamento dovrebbe affrontare, è il risultato di una delegittimazione che viene da lontano e che si fonda su un sistema elettorale “criminogeno”. Noi non avremo mai un Governo degno di questo nome se, prima, non ci saranno state elezioni in cui uno vince e gli altri perdono. Con quale impudenza il Partito Democratico, vero sconfitto del 2018, parla di democrazia? Quale senso dello Stato ispira le parole di questi signori? Dopo esserci nascosti dietro il pretesto dell’emergenza, ceduta parte significativa dei nostri diritti, ci ritroveremo a pagare un prezzo altissimo, in termini di democrazia, a causa di una classe dirigente ottusa, incapace e niente affatto liberale.

L’altro giorno ho ricordato come gli inglesi sostituirono il primo ministro nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale. Era Winston Churchill il quale, a guerra vinta, fu sconfitto alle elezioni. Appresa la notizia, disse: ho combattuto una guerra perché questo potesse accadere. E continuò a farsi il bagno. Vergognatevi, miserabili.

Aggiornato il 19 gennaio 2021 alle ore 09:19